20mila spettatori nei primi 2 giorni di festival: è questo il ruolino di marcia della 38ª edizione del Cinema Ritrovato, inaugurato dalla Cineteca di Bologna sabato scorso (e che proseguirà fino al 30 giugno).
Un volume raccolto in 8 sale della città (tra cui, per la prima volta, il Cinema Modernissimo) e 3 arene all’aperto, Arena Puccini, Piazzetta Pasolini e naturalmente, Piazza Maggiore: dove ieri sera un pubblico di 6mila persone, il festival e, soprattutto, Wim Wenders hanno vinto la sfida contro la pioggia per una delle proiezioni più attese, quella di Paris, Texas, film di culto, festeggiato nel suo 40° anniversario, dallo stesso regista tedesco, ospite d’onore di questa edizione del Cinema Ritrovato.
Giornate che hanno visto l’incontro di migliaia di accreditati (oltre 5mila quest’anno) da oltre 50 Paesi del mondo, per assistere a eventi unici come la proiezione del Napoléon di Abel Gance nella sua Grande version (non si vedeva dalla prima volta nel 1927!) presentata da un maestro come Costa-Gavras, presidente della Cinémathèque Française che ne ha curato il restauro, o un classicissimo come Sentieri selvaggi di John Ford, presentato da due cinefili molto particolari: Wim Wenders e Alexander Payne.
Perché questo è Il Cinema Ritrovato: un dialogo tra il cinema di ogni epoca, di ogni latitudine, un dialogo portato avanti da un pubblico di appassionati tra il quale si siede ogni tanto un Premio Oscar che non ha mai visto un film che avrebbe sempre voluto vedere o un altro film che conosce a memoria ma che non ha mai potuto vedere in una proiezione come quella del Cinema Ritrovato.
Dialogo con i capolavori del passato che ha fatto emergere anche un grande regista contemporaneo come Darren Aronofsky, il quale, presentando il film in Piazza Maggiore, ha confessato di riguardare sempre Amadeus di Miloš Forman ogni volta si trovi in crisi d’ispirazione; o un alfiere del cinema tedesco come Volker Schlöndorff, che nell’anno in cui Il Cinema Ritrovato omaggia Marlene Dietrich presenta il leggendario Angelo azzurro diretto nel 1930 da Joseph von Sternberg; o ancora Alexander Payne che porta il suo nuovo film, The Holdovers, e il classico del 1935 che lo ha ispirato, Merlusse di Marcel Pagnol.
Fino ad arrivare a una delle figure oggi più affermate del cinema italiano, Alice Rohrwacher, che sul rapporto con il passato di ciascuno di noi ha creato, proprio per Il Cinema Ritrovato, la mostra Bar Luna, nella nuova Galleria Modernissimo inaugurata proprio dal tocco di Alice.