In ricordo di Jean-Marie Straub

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23/11/2022

È scomparso nella notte tra il 19 e il 20 novembre a Rolle, Svizzera, Jean-Marie Straub, regista artigiano del cinema con la moglie Danièle Huillet.

Era la primavera del 2002 quando Danièle Huillet e Jean-Marie Straub mettono piede nella sede nuova della Cineteca in via Riva di Reno. Ad attenderli una ventina di studenti del DAMS nella saletta Cervi, appena inaugurata. La Cineteca organizza una rassegna quasi completa e ospita il workshop promosso dal DAMS. Ho l’incarico di accoglierli e seguire l’iniziativa.
Si comincia dalle prove tecniche. Il primo incontro è critico: la sala è nuova e i proiettori non sono stati adeguatamente testati. Il suono non è come dovrebbe e per Anna Magdalena Bach questo non è un dettaglio da poco. Straub sbuffa e cammina nervosamente avanti e indietro. Huillet è palesemente nervosa, ma tiene a freno Jean-Marie. Noto che si danno del “Vous”. Penso sia per una forma di rispetto profondo e assoluto. Di sicuro, d’altri tempi. Di fatto, i due non sono di questo tempo né di questo pianeta.
La proiezione ha inizio e tutto funziona. Da lì in poi i proiezionisti sono elogiati e chi li accoglie diventa persona di fiducia, persona cara. Quel primo faticoso inizio fa capire quanto il cinema sia per loro un’operazione orchestrale e collettiva. Funziona solo se ogni minimo dettaglio è al suo posto.
Ho la fortuna di seguire alcune delle lezioni con gli studenti. L’obiettivo è di montare insieme a loro la terza edizione di Operai, contadini: rara e totale forma di condivisione. Inizio a capire cosa c’è dietro il loro lavoro: il senso esatto del quadro (l’inquadratura), l’importanza di ogni singolo elemento, anche naturale, all’interno del quadro (i giochi di luce e ombre, il vibrare delle foglie), la superiorità della pellicola, rispetto al digitale, nel catturare per esempio le particelle che si muovono all’interno del cono di luce.
Passano pochi anni e la coppia decide di affidare alla Cineteca il fondo di pellicole. Seguono viaggi e peripezie dal quarto piano di rue Cavallotti a Parigi. Si consolida l’amicizia e la complicità. Non si può andare a Parigi senza una visita agli zii. Per anni, fino alla morte di Danièle, per le feste di Natale si passa a casa Straub. Trascorrono alcuni anni e riprendono le visite a Jean-Marie, ma al ristorante asiatico sotto casa. La moglie Barbara Ulrich si prende cura dell’archivio e ci affida un nucleo di documenti cartacei e tutte le fotografie.
L’ultima visita a Jean-Marie è nella casa di Rolle, nel 2019. Dal suo sguardo capisco che mi riconosce. Gli do un bacio sulla guancia. A sinistra, naturalmente. Mi sorride.

Anna Fiaccarini, direttrice della Biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna

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