Altman 100, La Polla e i Settanta
Partiamo dai centenari. Mentre scrivo, Trump annuncia che la crisi è finita e che gli Usa sono di nuovo grandi e andranno su Marte. È evidente che non ha mai visto i film di Altman, che nelle sue trentotto opere ha raccontato il crollo dell’ingombrante sogno americano. Gli dedichiamo un omaggio, in cui non poteva mancare il suo lungometraggio d’esordio, M*A*S*H, una delle parodie più dissacranti della guerra e degli Usa. Da non perdere anche due magnifici affreschi come Nashville e America oggi. Se in Italia lo abbiamo scoperto e amato è anche grazie al lavoro di un critico curioso e appassionante come Franco La Polla, a cui dedichiamo una retrospettiva parallela incentrata sul cinema americano degli anni Settanta.
Domenica Lemmon
Altro centenario imprescindibile. Se esistono attori capaci di rendere felici il loro pubblico, uno di questi è certamente Jack Lemmon. Abbiamo pensato che mostrare quattro prodigiose commedie nelle quali è stato diretto da Billy Wilder fosse ideale per le nostre matinée domenicali al Modernissimo. Lemmon era un attore immenso, capace di interpretare ruoli drammatici, sentimentali, ma anche di essere uno scintillante interprete di commedie. Lo vedremo al fianco di magnifici partner come Marilyn Monroe, Tony Curtis, Walter Matthau e Juliet Mills.
Vincent Lindon
Una delle figure centrali del cinema francese delle ultime decadi, uno dei pochi attori europei ad aver raggiunto una notorietà internazionale. Con le sue interpretazioni di operai, impiegati, industriali, padri, mariti, è probabilmente l’interprete che ha meglio saputo rappresentare, con umanità e verità, la sconfitta della classe borghese nell’Europa contemporanea.
Maria Schneider
Leggo che in Francia si annulla la proiezione di Ultimo tango a Parigi e resto sbalordito che un film che cinquant’anni fa aveva subito in Italia una condanna, il rogo e la perdita dei diritti civili per il suo autore, susciti ancora sdegno e censura, ma questa volta in nome della sua protagonista. In tutto questo polverone ho l’impressione che la vera dimenticata sia proprio Maria Schneider. Dunque ecco un omaggio a lei, per darle voce, ripercorrendo una carriera unica, che inizia con i film di Bertolucci e Antonioni, prosegue tra Francia e Olanda con il femminista Una donna come Eva, e arriva fino a Comencini che nel 1982 la affianca a un giovane Beppe Grillo in Cercasi Gesù, uno dei film più folli e profetici di tutto il cinema italiano.
Art City Cinema, avanguardie, Riccòmini
Come da tradizione, in occasione di Arte Fiera presentiamo i migliori documentari sulle arti e sugli artisti, eventi e tre lezioni di un irripetibile e indimenticato divulgatore come Eugenio Riccòmini; tra tanta ricchezza, segnalo soltanto l’anteprima italiana di How about Art? di Stefan Koppelkamm, che, dopo un lavoro di anni, ha trovato un filo d’Arianna tra tutte le scene che nella storia del cinema, ritraggono la pittura, un curioso e labirintico gioco di specchi in cui perdersi felicemente.
Lynch
La sua morte segna questo inizio di 2025. Impossibile dunque non dedicargli una retrospettiva, anche se abbiamo dovuto, in una corsa contro il tempo, smontare il programma di febbraio, già chiuso. Glielo dobbiamo per averci fatto scoprire uno sguardo nuovo sugli Usa, per aver inventato un nuovo modo di intendere la relazione tra musica e immagini, per aver ideato personaggi e situazioni che non dimenticheremo mai e, soprattutto, in un’epoca in cui tutto deve essere spiegato, per averci mostrato il fascino del misterioso e dell’insondabile, anche all’interno di un film hollywoodiano. Per questa indomabile resistenza al sistema, gli saremmo sempre grati, sicuri che la sua opera supererà ogni moda e ogni tempo.
Riefenstahl
È forse la figura più problematica della storia del cinema. Grande innovatrice, dotata di uno stupefacente talento visivo, ha legato le sue opere più importanti al nazismo, di cui ha nutrito propaganda e immaginario. Il documentario di Andres Veiel, che presentiamo in anteprima, è straordinario, per aver attinto da un archivio eccezionale come quello personale della regista e per il rigore che riesce a mantenere su una materia che resta incandescente. Raramente un documentario su un artista del passato è riuscito a essere così completo, definitivo e così necessario per capire il presente.
Nino Rota, Naderi, Bing
Bastano poche note per associare Nino Rota a Fellini. Ma Rota è stato molto di più: compositore di musica da camera, sinfonie, opere; autore tra i più prolifici di partiture per il cinema, ha lavorato anche per Visconti, King Vidor, De Filippo, Monicelli, Coppola. La recente uscita di una monografia a lui dedicata ci ha dato l’occasione per rendergli omaggio. Ospiteremo anche due maestri del cinema d’arte indipendente: Amir Naderi, che insieme a Kiarostami ci ha fatto scoprire la ricchezza della nouvelle vague iraniana, e Wang Bing, capace di indagare senza remore l’altra faccia della modernizzazione della Cina.
Ma il programma di questo mese è molto altro ancora. Ci vediamo al Modernissimo!
Gian Luca Farinelli