Days and Nights in the Forest
(Aranyer Din Ratri, India/1970) di Satyajit Ray (115')
Sotto al Modernissimo - Wes

Days and Nights in the Forest
(Aranyer Din Ratri, India/1970) di Satyajit Ray (115')
“Qualsiasi opera firmata da Satyajit Ray merita di essere amata e preservata; ma l’ormai quasi dimenticato Aranyer Din Ratri è un gioiello speciale… Realizzato nel 1970, moderno e romanzesco. Ray lavorò in un territorio forse più familiare a Cassavetes. Uno scontro – o una negoziazione – tra caste e sessi. Tra urbani e rurali. Uomini egoisti con le loro speranze, crudeltà e una spettacolare mancanza di saggezza. Donne che li vedono per quello che sono. Il grande Soumitra Chatterjee: perduto ma in cerca. La splendida Sharmila Tagore: misteriosa, cerebrale, ipnotica. Dal maestro, un altro capolavoro" (Wes Anderson).
Aranyer Din Ratri è un gioiello del cinema bengalese che offre un ritratto sfumato e introspettivo dell’India urbana post-coloniale. Attraverso lo sguardo di quattro giovani uomini in cerca di una fuga temporanea nelle foreste di Palamau, il film svela con delicatezza le complessità della coscienza di classe, delle relazioni di genere e del peso persistente della tradizione in una società in rapido cambiamento. Lussureggiante e tutt’altro che semplice sfondo scenografico, il paesaggio naturale diventa un catalizzatore che mette a nudo i pregiudizi interiori dei protagonisti e, allo stesso tempo, illumina le loro possibilità di consapevolezza e trasformazione personale.
Dalla sceneggiatura agli storyboard disegnati a mano, dal casting al montaggio, dalla musica fino alla realizzazione degli insoliti titoli di testa e del materiale pubblicitario: tutto fu opera di Satyajit Ray. Girò persino personalmente la celebre sequenza del gioco di memoria, in cui ogni movimento della macchina da presa cattura la complessità delle relazioni e dell’identità dei personaggi.
Il film vanta una costellazione di talenti, tra cui Sharmila Tagore, Kaberi Bose, Simi Garewal, Soumitra Chatterjee, Shubhendu Chatterjee, Rabi Ghosh, Samit Bhanja, Pahari Sanyal, Premashish Sen, Samar Nag, Khairatilal Lahori, il piccolo Dibyendu Chatterjee e Aparna Sen.
Acclamato da David Robinson sul “Financial Times” come “il lavoro di Ray al suo meglio”, Aranyer Din Ratri trascende la sua cornice narrativa per offrire una profonda meditazione sulle sfide di una generazione sospesa tra i privilegi ereditati e le promesse emergenti di una nuova India.
Shivendra Singh Dungarpur
Aranyer Din Ratri è un gioiello del cinema bengalese che offre un ritratto sfumato e introspettivo dell’India urbana post-coloniale. Attraverso lo sguardo di quattro giovani uomini in cerca di una fuga temporanea nelle foreste di Palamau, il film svela con delicatezza le complessità della coscienza di classe, delle relazioni di genere e del peso persistente della tradizione in una società in rapido cambiamento. Lussureggiante e tutt’altro che semplice sfondo scenografico, il paesaggio naturale diventa un catalizzatore che mette a nudo i pregiudizi interiori dei protagonisti e, allo stesso tempo, illumina le loro possibilità di consapevolezza e trasformazione personale.
Dalla sceneggiatura agli storyboard disegnati a mano, dal casting al montaggio, dalla musica fino alla realizzazione degli insoliti titoli di testa e del materiale pubblicitario: tutto fu opera di Satyajit Ray. Girò persino personalmente la celebre sequenza del gioco di memoria, in cui ogni movimento della macchina da presa cattura la complessità delle relazioni e dell’identità dei personaggi.
Il film vanta una costellazione di talenti, tra cui Sharmila Tagore, Kaberi Bose, Simi Garewal, Soumitra Chatterjee, Shubhendu Chatterjee, Rabi Ghosh, Samit Bhanja, Pahari Sanyal, Premashish Sen, Samar Nag, Khairatilal Lahori, il piccolo Dibyendu Chatterjee e Aparna Sen.
Acclamato da David Robinson sul “Financial Times” come “il lavoro di Ray al suo meglio”, Aranyer Din Ratri trascende la sua cornice narrativa per offrire una profonda meditazione sulle sfide di una generazione sospesa tra i privilegi ereditati e le promesse emergenti di una nuova India.
Shivendra Singh Dungarpur