evento speciale
Incontro con John Sayles. Conduce Roy Menarini
Nel 1987, Matewan “piomba sull’ottimismo dell’America reaganiana come un corpo estraneo” (Gianni Canova). Raccontando uno sciopero di minatori nel West Virginia degli anni Venti, Sayles “prova a sdoganare il rimosso operaio del cinema americano” con un film che ha “la struttura limpida e conflittuale di un western classico”. “Il lavoro occupa la maggior parte della nostra vita ed è in qualche modo ciò che ci definisce. In Matewan i lavoratori seduti a scioperare sono orgogliosi di essere dei minatori e hanno paura di perdere quella dignità. Nei film americani, sempre in cerca di avventure e di eroi, non c’è bisogno di sapere cosa facciano per vivere le persone. A me preme di più chiedermi: come può un personaggio avere un’avventura e allo stesso tempo dover vivere?” ( John Sayles).