Perfect Days

(Giappone-Germania/2023) di Wim Wenders (123')
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Perfect Days

(Giappone-Germania/2023) di Wim Wenders (123')

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Il film è nato in maniera totalmente inaspettata, da una lettera ricevuta: “Saresti interessato a girare una serie di cortometraggi a Tokyo?” […]. L’argomento avrebbe riguardato i bagni pubblici e la speranza era di trovare un personaggio attraverso il quale si potesse comprendere l’essenza della cultura giapponese dell’accoglienza, in cui i bagni giocano un ruolo completamente diverso rispetto alla nostra visione occidentale di semplici servizi igienico-sanitari. In Giappone sono piccoli santuari di pace e dignità. […] Ho immaginato un uomo con un passato privilegiato e ricco. Il quale, a un certo punto, aveva avuto un’illuminazione, quando la sua vita si trovava al punto più basso, mentre guardava il riflesso delle foglie creato dal sole che splendeva miracolosamente nell’inferno in cui si stava svegliando. La lingua giapponese ha un nome speciale per queste fuggevoli apparizioni che compaiono dal nulla: komorebi, la danza delle foglie nel vento, che cadono come un gioco d’ombra su un muro di fronte a te, creato dal sole, la fonte di luce là fuori nell’universo. Questa apparizione aveva salvato Hirayama e lui aveva scelto di vivere un’altra vita, fatta di semplicità e modestia, diventando l’addetto alla pulizia dei bagni della nostra storia. […] La routine di Hirayama è diventata la spina dorsale della nostra sceneggiatura. La bellezza di un ritmo così regolare, fatto di giornate ‘tutte uguali’, è che inizi a vedere tutte le piccole cose che non sono mai le stesse ma che cambiano ogni volta. Il fatto è che se impari davvero a vivere interamente nel qui e nell’ora, non esiste più la routine, esiste solo una catena infinita di eventi unici, di incontri unici e di momenti unici.

Wim Wenders


Il segreto di quest’uomo dal passato misterioso, e del modo in cui Wim Wenders lo racconta, è spezzare la massa compatta di un giorno, smontarne la dicitura aprendo le ore, spezzandole in istanti. Non ci sono sviluppi drammatici in Perfect Days e molti misteri rimangono tali oltre la fine. […] Di nessuna delle moltissime persone che Hirayama incontra non abbiamo che l’istante in cui le vite si toccano e subito si distanziano con uguale delicatezza. Pare un costante succedersi di incontri e congedi, ed è proprio questo, alla fine, a risultare avvincente. Ci si affeziona al personaggio e ai suoi inconsapevoli compagni di viaggio, si vuole sapere di più della vita tout court, della capacità di quell’uomo di sorridere a un ramo che oscilla o a un bambino che cerca la mano della mamma. Si apprende così che quando si ascolta a fondo ciò che ci accade intorno, quando si accetta di non essere protagonisti (e nel non esserlo, non avvertire svantaggio), quando ci si ‘accontenta’ di vivere una vita alla volta, ecco che tutto ci parla, tutto riacquista senso.

Laura Imai Messina







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Versione originale in inglese e giapponese con sottotitoli in italiano

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