Sentieri selvaggi
(The Searchers, USA/1956) di John Ford (120')

Sentieri selvaggi
(The Searchers, USA/1956) di John Ford (120')
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The Searchers è stato girato in VistaVision con un rapporto d’aspetto di 1.85. Scansionato in 13K da Warner Bros. presso il laboratorio Motion Picture Imaging, a partire dal negativo camera VistaVision originale 35mm a otto perforazioni. Il restauro è stato completato in 6.5K. La copia 70mm è stata ricavata filmando un nuovo negativo 65mm. La colonna sonora originale mono è stata restaurata presso il laboratorio Post Production Creative Services. Il restauro audio è stato completato da Doug Mountain con l’assistenza di Matt Vowles. Nuova versione restaurata approvata da The Film Foundation.
Attraverso John Wayne, John Ford ha raccontato l’evoluzione del suo paese ben al di là del contesto storico. Ombre rosse inaugura una serie di tematiche che troveranno il loro culmine in The Searchers e la loro testimonianza in L’uomo che uccise Liberty Valance. Innanzitutto il protagonista è un pistolero, un ‘cattivo buono’. In secondo luogo, la Monument Valley fornisce una prospettiva mitica, senza tempo, sulla storia e sul presente. In terzo luogo, Ombre rosse segna una rottura con l’eredità giovanile del western. A Maupassant non si ispira solo per la trama ma anche per la dimensione cupa e scettica e la visione satirica della società. La riflessione continua in The Searchers.
Realizzato dopo la trilogia della cavalleria, il film profetizza con spaventosa precisione la crescente frattura nella coscienza nazionale negli anni a venire. The Searchers tocca il cuore del razzismo ma lascia anche spazio alla riconciliazione. La prospettiva è utopica. Ethan ha ovviamente deciso di uccidere sua nipote Debbie, che è diventata la squaw di un capo Comanche, Scar. Dopo aver ucciso quest’ultimo, Ethan insegue Debbie, che fugge disperata. Qui c’è un sorprendente rovesciamento della trama. “Andiamo a casa, Debbie…”. Parole strazianti per un uomo che non potrà mai avere una casa. Dalla sua posizione di eterno outsider – come sarà Tom Doniphon in L’uomo che uccise Liberty Valance – Ethan è alla ricerca di una sorta di casa utopica. Come Tom Joad in Furore, Ethan sta sempre tornando a casa, è sempre in contrasto con la civiltà ufficiale, è un uomo asociale e braccato. La porta è chiusa e sembra escludere per sempre Ethan dalla comunità che ha contribuito a costruire e proteggere e il cui ideale, in questo ‘anno zero’, i primi anni Settanta dell’Ottocento, è gravemente compromesso. Wayne interpreta Ethan come un uomo senza radici, selvaggio e indomito, ma anche come un’incarnazione di desideri che la società non riesce a soddisfare.
(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Modernissimo e al Cinema Jolly)
Serata promossa da Abruzzese e Associati
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The Searchers è stato girato in VistaVision con un rapporto d’aspetto di 1.85. Scansionato in 13K da Warner Bros. presso il laboratorio Motion Picture Imaging, a partire dal negativo camera VistaVision originale 35mm a otto perforazioni. Il restauro è stato completato in 6.5K. La copia 70mm è stata ricavata filmando un nuovo negativo 65mm. La colonna sonora originale mono è stata restaurata presso il laboratorio Post Production Creative Services. Il restauro audio è stato completato da Doug Mountain con l’assistenza di Matt Vowles. Nuova versione restaurata approvata da The Film Foundation.
Attraverso John Wayne, John Ford ha raccontato l’evoluzione del suo paese ben al di là del contesto storico. Ombre rosse inaugura una serie di tematiche che troveranno il loro culmine in The Searchers e la loro testimonianza in L’uomo che uccise Liberty Valance. Innanzitutto il protagonista è un pistolero, un ‘cattivo buono’. In secondo luogo, la Monument Valley fornisce una prospettiva mitica, senza tempo, sulla storia e sul presente. In terzo luogo, Ombre rosse segna una rottura con l’eredità giovanile del western. A Maupassant non si ispira solo per la trama ma anche per la dimensione cupa e scettica e la visione satirica della società. La riflessione continua in The Searchers.
Realizzato dopo la trilogia della cavalleria, il film profetizza con spaventosa precisione la crescente frattura nella coscienza nazionale negli anni a venire. The Searchers tocca il cuore del razzismo ma lascia anche spazio alla riconciliazione. La prospettiva è utopica. Ethan ha ovviamente deciso di uccidere sua nipote Debbie, che è diventata la squaw di un capo Comanche, Scar. Dopo aver ucciso quest’ultimo, Ethan insegue Debbie, che fugge disperata. Qui c’è un sorprendente rovesciamento della trama. “Andiamo a casa, Debbie…”. Parole strazianti per un uomo che non potrà mai avere una casa. Dalla sua posizione di eterno outsider – come sarà Tom Doniphon in L’uomo che uccise Liberty Valance – Ethan è alla ricerca di una sorta di casa utopica. Come Tom Joad in Furore, Ethan sta sempre tornando a casa, è sempre in contrasto con la civiltà ufficiale, è un uomo asociale e braccato. La porta è chiusa e sembra escludere per sempre Ethan dalla comunità che ha contribuito a costruire e proteggere e il cui ideale, in questo ‘anno zero’, i primi anni Settanta dell’Ottocento, è gravemente compromesso. Wayne interpreta Ethan come un uomo senza radici, selvaggio e indomito, ma anche come un’incarnazione di desideri che la società non riesce a soddisfare.
Peter von Bagh, Elämää suuremmat elokuvat II [Films Bigger Than Life II], Otava, Helsinki 1993. Versione inglese a cura di Antti Alanen
(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Modernissimo e al Cinema Jolly)
Serata promossa da Abruzzese e Associati