La ricotta / La rabbia di Pasolini

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Piazza Maggiore
La ricotta

(Italia/1963) di Pier Paolo Pasolini (35')

Bellissimo, paradossale episodio di RoGoPaG, La ricotta racconta il calvario realmente vissuto sul set di un film sulla Passione di Cristo (diretto da Orson Welles), da una povera comparsa, Stracci, ultimo degli ultimi, in un film nel film dove si aprono parentesi di feroce polemica contro la borghesia italiana (“la più ignorante d’Europa”) e momenti di sospensione onirica (la ‘grande abbuffata’ nella grotta). Welles rappresenta allo stesso tempo un’autocaricatura di Pasolini e il suo controtipo. Il film scatenò uno scandalo, subì un grottesco processo, fu condannato per vilipendio alla religione e Pasolini dovette modificare alcune sequenze. (Roberto Chiesi)

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Per tutti
La rabbia di Pasolini

(Italia/2008) di Giuseppe Bertolucci (83')

La rabbia è un saggio polemico e ideologico sugli avvenimenti degli ultimi anni. Tali documenti sono presi da cinegiornali e montati in modo da seguire una linea, cronologico-ideale, il cui significato è un atto di indignazione contro l’irrealtà del mondo borghese e la sua conseguente irresponsabilità storica. Per documentare la presenza di un mondo che, al contrario del mondo borghese, possiede profondamente la realtà. La realtà, ossia un vero amore per la tradizione che solo la rivoluzione può dare” (Pier Paolo Pasolini). La rabbia di Pasolini è, come dichiara il suo sottotitolo, un’“ipotesi di ricostruzione”, ed è allo stesso tempo un ritrovamento insperato, il ritorno inaudito d’una voce poetica e d’una forza visionaria che spalanca vertigini sul nostro presente, e un autentico risarcimento culturale. L’ipotesi ‘restituisce’ a Pasolini l’integrità della sua opera, con 16 minuti in più e una ricca appendice di approfondimento.


Copia 35mm


 

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Festa della Musica. Pasolini 100

POTENTISSIMA SIGNORA

Concerto per Laura Betti e Pier Paolo Pasolini

Una produzione Fondazione Entroterre

In coproduzione con Fondazione Cineteca di Bologna

In collaborazione con Conservatorio di Musica di Bologna Giovan Battista Martini, Associazione Culturale Ex B.


Cristiano Arcelli (direzione e arrangiamenti), Cristina Zavalloni (voce), Luca Damiani (voce narrante), Manuel Magrini (pianoforte), Giancarlo Bianchetti (chitarra), Stefano Senni (contrabbasso), Alessandro Paternesi (batteria), Cesare Carretta (violino), Orchestra da camera del Conservatorio G. B. Martini di Bologna

Giacomo Gatti (elaborazioni video)


Musiche di: Carpi, Negri, Umiliani, Piccioni, Modugno


Questo concerto prende vita dal canzoniere di Laura Betti e racconta la storia della coppia bella e impossibile del cinema italiano degli anni ’60 e ’70. Laura Betti è stata cantante, attrice, doppiatrice e regista. Negli anni ’60 realizza il recital Giro a Vuoto con musiche di Piccioni, Umiliani, Carpi - solo per citarne alcuni – su testi originali dei migliori scrittori dell’epoca tra i quali Soldati, Fortini, Flaiano, Arbasino, Moravia, Calvino, Buzzati; Pasolini stesso scrive per lei tre brani con protagoniste donne di borgata che “fanno la vita”.

Lo spettacolo susciterà grande attenzione anche nel mondo della cultura francese grazie alla calorosa attenzione di André Breton, fondatore del movimento surrealista. Sotto la direzione e con gli arrangiamenti di Bruno Maderna registra poi l'intero repertorio Brecht-Weil e collabora con l’orchestra di Piero Umiliani con la quale incide uno storico LP esibendosi in diversi tour.

Il rapporto con Pasolini nasce in occasione del film RoGoPaG dove viene diretta nell’episodio La ricotta. Da qui in avanti il loro rapporto si consolida negli anni attraverso la sua incisiva presenza in rappresentazioni teatrali e filmiche del regista fino alla trasformazione e trasfigurazione in Teorema che le vale la Coppa Volpi al Festival di Venezia come migliore attrice.

Dalla morte di Pier Paolo nel ’75 e per tutta la sua vita, la Betti si dedica alla diffusione della memoria e dell’opera Pasoliniana: nel ’83 è ideatrice del Fondo Pier Paolo Pasolini che per più di vent’anni ha sede a Roma per poi essere donato nel 2003 alla Cineteca di Bologna dando vita al Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini. Ed è vicino a questo che nel 2004, anno della sua scomparsa, trova casa anche il Fondo Laura Betti che comprendente fotografie, testi e oggetti personali che documentano l'estroso itinerario artistico della grande attrice bolognese e dal quale questo concerto omaggio prende vita.


PROGRAMMA:

Venere Tascabile (Fabio Mauri – Fiorenzo Carpi)

Seguendo la Flotta (Alberto Arbasino - Fiorenzo Carpi)

Soltanto gli Occhi (Gino Negri)

Quella Cosa in Lombardia (Franco Fortini – Fiorenzo Carpi)

Macrì Teresa Detta Pazzia (Pier Paolo Pasolini - Piero Umiliani)

Cristo al Mandrione (Pier Paolo Pasolini - Piero Piccioni)

Marilyn (Pier Paolo Pasolini dal film "La rabbia")

Cosa sono le nuvole (Pier Paolo Pasolini - Domenico Modugno)

Valzer della toppa (Pier Paolo Pasolini - Piero Umiliani)




A seguire

LA RICOTTA – Episodio di RoGoPaG

(Italia-Francia/1963) R.: Pier Paolo Pasolini. D.: 35’. V. italiana

Restaurato in 4K nel 2022 da Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire dal negativo camera originale e da un positivo colonna doppia banda, entrambi messi a disposizione da Studio Cine


Due dimensioni sociali opposte coesistono nel terzo film di Pasolini ed episodio di RoGoPaG, incarnate in due personaggi che non dialogano mai: da una parte, il mondo dei privilegiati, la troupe di un film in lavorazione sulla Passione di Cristo, dove domina il regista (Orson Welles, doppiato da Giorgio Bassani), un intellettuale marxista disilluso; dall’altra l’universo sottoproletario delle maestranze e in particolare del generico Stracci (Mario Cipriani), dal volto ‘giottesco’, che per nutrire una numerosa famiglia rinuncia spesso anche al ‘cestino’ che gli è destinato. Da una parte, quindi, un artista che ideologicamente dovrebbe essere vicino ai poveri ma non si accorge mai della loro sofferenza che si consuma a due passi da lui, perché completamente assorbito dal gusto estetizzante di comporre le inquadrature del suo film in forma di tableaux vivants che riproducono i quadri di Pontormo e Rosso Fiorentino – un regista che è un autoritratto di Pasolini (con le sue invettive contro la borghesia italiana e i versi che legge da una celebre poesia) e il suo contrario, ossia un artista mondano, stanco e compiaciuto; dall’altra un ‘povero cristo’, sulla linea dei precedenti personaggi pasoliniani (Accattone, Ettore) ma padre di famiglia e uomo maturo, che vive in simultanea con la ‘falsa’ passione allestita durante il film nel film, un calvario autentico, culminante in un’abbuffata pantagruelica sospesa tra sogno e realtà, mentre la sua morte per indigestione sulla croce è tragicamente reale. Primo film dove Pasolini sperimenta il colore in alcune sequenze (il ‘si gira’ dei tableaux vivants e la ‘natura morta’ dei titoli di testa), La ricotta è anche il primo esempio di geniale contaminazione di registri diversi (il tragico, l’umoristico – con echi chapliniani nell’uso dell’accelerazione del movimento – il caricaturale, il sacro, sia pure in forma paradossale). L’Italia benpensante attaccò il film per colpire Pasolini ed escogitò accuse pretestuose per trascinarlo a processo, dove venne condannato per vilipendio alla religione (venne poi assolto in Corte d’appello) e fu costretto a modificare alcune sequenze e battute.


Roberto Chiesi




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(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Lumière)



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Piazza Maggiore

Lingua

italiano