Ecco Visioni Italiane 2022!

Sessantadue film che rappresentano una bella selezione del cinema che verrà. Provo a indicarne gli aspetti salienti.

Pluralità, innanzitutto geografica, per un cinema che non è solo Roma, che viene anche da luoghi altri rispetto a quelli delle grandi produzioni, e che racconta l’Italia, o che dall’Italia guarda ad altri paesi.
A realizzarlo sono, in larga maggioranza, autori nati negli anni Novanta del Novecento, che hanno alle spalle un’esperienza professionale significativa o un percorso formativo importante (CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti…). Il loro è un cinema che sa intercettare alcuni dei più interessanti attori emergenti, da Fotinì Peluso a Lino Musella, e che riesce a collaborare anche con i grandi del passato (prima fra tutti Piera Degli Esposti, che fa da voce narrante a La California di Cinzia Bomoll).

Un cinema che cerca storie laterali, mondi poco narrati dai lungometraggi e per questo ancor più interessanti, spesso con una portata universale. Un cinema che, al contrario di quello che mostravamo nelle prime edizioni di Visioni, non è contro il cinema maggiore, anzi che si ispira a quegli autori che negli ultimi anni più lo hanno rinnovato. Un cinema poroso, che si avventura anche fuori dai propri confini, nella fotografia, nell’arte, nella musica, incrociando gli sguardi di due grandi padani, Luigi Ghirri e Nino Migliori, e la voce inconfondibile della nostra terra, Luciano Pavarotti (in un miracoloso biopic di meno di due minuti).
Un cinema e dei cineasti certamente segnati dalla lezione di Enrico Ghezzi, teorico, critico, agitatore televisivo (ma ogni descrizione gli va stretta), di cui mostriamo l’ultimo, monumentale, non film, che abbiamo deciso di portare nelle sale italiane con la distribuzione della Cineteca di Bologna.

Un cinema che ha bisogno di sostegno, e dunque grazie ai premi Pelliconi e Truffelli, che sono importanti, utili, un aiuto vero e concreto a un cinema indipendente che si fa per poter fare altri film.
Un festival per un pubblico curioso, che vuole essere sorpreso dal cinema che verrà, che non pensa che il cinema siano solo le star e i nomi già noti. Anche per questo abbiamo deciso di organizzare un convegno sulla sceneggiatura, spina dorsale del cinema contemporaneo, e sulle sale, cui partecipano gli esercenti che in maniera indipendente resistono al presente incerto, offrendo ogni giorno un servizio importante oggi e decisivo per il futuro. Perché un cinema senza sale, non sarà più cinema.

Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna


In anni difficili come quelli che stiamo vivendo, con la paura per la pandemia, lo spettro di una guerra vicina, i prezzi alle stelle, l’ambiente impazzito, cosa ci può aiutare ad andare avanti?

“Abbiamo bisogno soprattutto di sollecitare l’immaginazione” diceva Zavattini nel 1939, e noi, fedeli a un autore prolifico e sempre pieno d’idee per nuovi film da realizzare come lui, diamo spazio a chi dimostra che l’immaginazione è davvero una risorsa e che raccontare storie può essere un mestiere. I tanti registi che hanno presentato i loro film al festival testimoniano che il cinema è vivo, ricco d’inventiva e alla ricerca di un pubblico. Gli spettatori in questi anni si sono allontanati dalla sala, ma un festival può essere l’occasione per farli riavvicinare agli autori che stanno sperimentando nuove strade attraverso il linguaggio cinematografico, facendo sì che nel buio della sala si ripeta il magico incontro.
Nella sezione 
Visioni Italiane sono ventidue le opere in competizione, di autori alla prima esperienza e di autori già noti nel mondo del cortometraggio, vincitori di premi importanti. Diversi corti raccontano l’adolescenza, quell’età in cui tante sono le aspettative, difficili le scelte da fare, drastici i conflitti, un periodo della vita in cui c’è voglia di ribaltare il mondo e di rivoltarsi contro gli adulti. Non mancano opere che subiscono l’influenza di autori importanti del cinema contemporaneo, da Garrone a Lanthimos, ma ricercano una loro originalità nella forma e nel racconto.

Sono undici i titoli in concorso in Visioni Doc, film provocatori che impongono riflessioni su temi d’attualità come l’eutanasia, la vecchiaia, l’insegnamento, il valore delle immagini, e che utilizzano la forma breve per essere più concisi e arrivare dritti al punto.

Cinque titoli nelle sezioni tematiche: Visioni Acquatiche e Visioni Ambientali, dedicate all’acqua e alla sua importanza vitale e all’ambiente, sempre più massacrato e deturpato dall’uomo.

Molto ricca quest’anno la sezione Fare cinema a Bologna e in Emilia-Romagna, che oltre alle opere brevi presenta numerosi lungometraggi realizzati in regione, grazie anche al supporto dell’Emilia-Romagna Film Commission, come Pasolini.

Cronologia di un delitto politico di Paolo Fiore Angelini, che inaugura la sezione, La California di Cinzia Bomoll, una storia padana dai caratteri universali, e come i documentari dedicati a due fotografi eccezionali: Infinito. L’universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini e Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza di Elisabetta Sgarbi.

Anna Di Martino, direttrice di Visioni Italiane