Rheingold

(Germania-Italia-Olanda/2022) di Fatih Akin (140')
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Rheingold

(Germania-Italia-Olanda/2022) di Fatih Akin (140')

Classificazioni:
Alcol o droga Età 6+ Turpiloquio Uso di armi Violenza
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La vita del rapper tedesco di origine curda assomiglia di fatto a un film. Nato in Iran e cresciuto in Germania, Giwar è stato tutto e ha fatto di tutto, spaccio, furti, rapine. Ha fatto soprattutto a pugni con la vita prima di produrre Number 415 col nome di Xatar e col numero da prigioniero. Sotto il segno di Wagner, il titolo è già un indizio, Rheingold ha la potenza drammatica di un’opera. È un’epopea criminale violenta ed esaltante, una ‘cavalcata’ che deraglia sulla cattiva strada prima di rientrare sui binari dei ‘tempi binari’.
Rheingold comincia come un film carcerario: Giwar Hajabi e compagni sono ricercati per ‘la rapina d’oro’ di Stoccarda, acciuffati in Siria e buttati in una cella collettiva di una prigione siriana. Come ci siano finiti lo spiegano le due ore successive, perché Rheingold non è (solo) un prison movie ma un racconto di redenzione, un romanzo di formazione e a suo modo un’allegoria politica. [...]
Come nei drammi lirici, l’ouverture anticipa il tono di un’impresa avvincente, una di quelle che vediamo più sovente negli heist movie americani, una storia di riscatto che conduce un uomo ordinario al potere e alla ricchezza. Ma nella testa di Fatih Akin, Giwar Hajabi è tutt’altro che ordinario. [...]
Rheingold è ‘tagliato’ in episodi rapidi che fanno entrare e uscire i personaggi rinnovando la posta drammatica e permettendo al protagonista di scontare la pena e reinserirsi nel mondo a colpi di rap. La vita picchia duro e lui lo accetta (prigione, tortura, asilo politico, esilio...), apprende e quello che impara è folle: nuovi alfabeti, economie, mestieri, boxe, arte, sopravvivenza. Si rende utile, manipola, tesse relazioni segrete, crea reti parallele fino ad accedere alla libertà di essere finalmente quello che vuole.
Costruito attorno a lui, il film dà vita a una società di uomini in cui spiccano come fiori la madre e la fidanzata di Giwar, eroine in guerra e in pace. Con loro, a fare la singolarità di Rheingold è l’audacia della storia, la tensione permanente, il rigore febbrile della messa in scena e un cast di attori portati all’incandescenza. Fatih Akin conferma ancora una volta che il ritratto, in senso fotografico, è il cuore del suo lavoro.
Marzia Gandolfi

Io e Xatar abbiamo molti amici e conoscenti in comune, quindi ci siamo orbitati intorno a vicenda molto a lungo. Era solo questione di tempo prima che ci incontrassimo. Quando finalmente ci siamo incontrati, ho voluto saperne di più su di lui, così ho preso in mano la sua biografia. Mentre la leggevo, ci ho visto il potenziale per un film epico. La storia della sua vita combina molti generi: film di guerra, dramma di un immigrato, film di formazione, gangster movie, film musicale. Mi piace quando i film non possono essere classificati. Il film inizia e pensi: “Ah, è quel tipo di film”. E alla fine si scopre totalmente diverso.
Fatih Akin
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