Voltati Eugenio

(Italia/1980) di Luigi Comencini (105')
Prima la vita - Il cinema di Luigi Comencini
Info
Piazza Maggiore
Voltati Eugenio

(Italia/1980) di Luigi Comencini (105')

Scarica la cartolina

“Perché si fanno figli? Alla famiglia non servono, la società non li vuole. Io lo so perché li fate: per fotografarli, per dargli le pacchettine sulla faccia, per portarli a spasso, per fargli i Super8, per paragonarli agli altri bambini. Come i cani”. Così un personaggio di Voltati Eugenio, forse il film che rende più chiaro il legame tra la visione amarissima della società italiana e lo sguardo sui bambini di Comencini. Eugenio, dieci anni, è in auto con un amico dei genitori, il balordo umorista Baffo, che dovrebbe accompagnarlo all’aeroporto. Dopo uno screzio, Baffo lo abbandona per strada e i genitori si mettono alla sua ricerca. Frattanto in flashback vediamo la trascuratezza, la solitudine, l’abbandono in cui il bambino è stato lasciato da sempre. Dopo L’ingorgo, film apocalittico su un’umanità che si autodistrugge, tomba della commedia all’italiana ma con un fondo di umanesimo e di pietà, qui il regista sembra parlare dei disastri dei figli del ’68 diventati genitori, in anni in cui ogni spinta del movimento giovanile è già spenta. Nessun tono lamentoso: piuttosto una ballata surreale e malinconica accompagnata dalla musica di Fiorenzo Carpi (assai simile a quella di Cría cuervos, 1977, di Carlos Saura). Comencini non salva nessuno, tanto meno la generazione più anziana, anche se comprende le ragioni di quasi tutti (tranne i nonni borghesi di mezza età). Guardare i bambini significa per lui guardare anche i rapporti di classe (i ricchi, gli ex contadini, i sottoproletari) e di genere (acutissime le dinamiche tra le coppie). In questo film, essere dalla parte dei bambini significa anche, in fondo, essere un po’ anarchici.

Emiliano Morreale



Ho realizzato due inchieste televisive che per me sono state esperienze profonde: I bambini e noi nel ’70 e L’amore in Italia nel ’78. Sono state utili soprattutto per il modo con cui le ho condotte: un incontro con la realtà senza ideologie da sostenere, uno sguardo discreto, una disponibilità all’ascolto per cercare di individuare quanto c’è di autentico e quanto c’è di falso nei rapporti umani oggi in Italia. Voltati Eugenio è il frutto diretto di queste mie due inchieste. Del vero modello preso a prestito per il bambino è citata anche una poesia, nel film, una poesia che è autentica, scritta da un bambino di dieci anni e che termina con questo bellissimo verso: “per una orribile virtù; la vecchiaia”. I genitori sono frutto di varie contaminazioni, ispirati a due giovani del ’68 che nell’inchiesta non appa- rivano, ma dei quali avevo fissato un ritratto nel materiale raccolto e poi non utilizzato. Sono convinto che molti comportamenti dei personaggi immaginari del film corrispondono alla realtà, alle contraddizioni nelle quali essi vivono.

Luigi Comencini

Info
Piazza Maggiore

Lingua

Film in lingua italiana

Parte di: