C’era una volta a… Hollywood

(Once Upon a Time in... Hollywood, USA/2019) di Quentin Tarantino (161')
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C’era una volta a… Hollywood

(Once Upon a Time in... Hollywood, USA/2019) di Quentin Tarantino (161')

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Nel 1969 c’erano gli hot pants, e gli stivali alti, bianchi e lucidi, gli jabots e le giacche con le frange, i capelli liscissimi oppure quelli afro. C’erano gli hippies, con le barbe, i capelli lunghi, le treccine e il messaggio di pace fiorito che, dopo il trionfo di Woodstock, già stava sfumando nel merchandising mondiale o addirittura nella violenza, come accadde (sempre in quell’anno) ad Altamont e al numero 10050 di Cielo Drive, Hollywood, dove nella notte tra l’8 e il 9 agosto la ‘famiglia’ di Charles Manson sterminò cinque persone, compresa Sharon Tate e il suo bambino che sarebbe nato dopo poche settimane, nella casa di Roman Polanski, che era in Europa per lavoro. […]
Con il suo nuovo film Quentin Tarantino acchiappa proprio questa Hollywood: attraverso la storia di Sharon Tate e quella di Rick Dalton, “the heavy”, il cattivo di western sempre più B e di serie televisive in bianco e nero, e di Cliff Booth, il suo stuntman (somigliante a lui, ma più atletico e più bello), il suo autista, il suo handyman, il suo vero amico. Cliff vive in una roulotte parcheggiata di fianco a un drive-in insieme al suo pitbull, fedele e mangione, mentre Rick possiede una villa vicina a quella di Polanski e sua moglie Sharon, élite del cinema cui Rick guarda con una certa impacciata soggezione. […]
C’era una volta a… Hollywood è un film molto tenero: tenerezza per il cinema scomparso, per My Darling Clementine, ma anche per Combat e Bonanza, per il Glenn Ford dei western cui DiCaprio somiglia molto e per il giovane Robert Redford, del quale il bravissimo Brad Pitt riprende la calma mascolinità […]; tenerezza per una ragazza bella morta troppo presto e troppo male e per una lunga distesa di villaggi intrecciati l’uno all’altro tra le colline e l’oceano, dove una volta nascevano le fiabe e dove ogni tanto, forse, bisogna ricominciare a sognare. Appunto: C’era una volta…
Emanuela Martini

Sia in Jackie Brown che in C’era una volta a… Hollywood ho ricreato la Los Angeles dei miei ricordi. Nel secondo film era la Los Angeles di quanto avevo sei o sette anni. È stato facile ricordare tutte queste cose. Penso alla Karmann Ghia di mio padre, che è il motivo per cui Cliff ne guida una. Ai cartelloni pubblicitari, e a quello che trasmetteva la radio. Ricordo quali show guardavo, quali cartoni animati. […] Sarebbe stato facile inventare un qualche tipo di storia per Sharon, per questo film, avrebbero potuto esserci più personaggi con cui farla parlare per portare avanti la storia. Lo stesso per Rick e per Cliff. Ma poi ho pensato: non abbiamo bisogno di una storia, loro sono la storia.
Quentin Tarantino

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Presentando questa cartolina, ingresso ridotto alle mostre Bologna fotografata e Bar Luna


 

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