In ricordo di Giuliano Montaldo


Lo scorso 22 febbraio – in occasione dell’anniversario della sua nascita – abbiamo celebrato Giuliano Montaldo con la proiezione di Sacco e Vanzetti alla presenza della figlia Elisabetta Montaldo, costumista e autrice.

Una giornata in ricordo di Giuliano Montaldo quella proposta lo scorso febbraio al Cinema Modernissimo in occasione dell’anniversario della nascita del grande cineasta, con la proiezione di Sacco e Vanzetti alla presenza della figlia Elisabetta Montaldo, costumista e autrice.
Lo spettacolo è stato preceduto da un incontro con Elisabetta presso le Librerie Coop Zanichelli, che ha presentato il suo libro Calipso, edito da Baldini+Castoldi, insieme alla giornalista Lara Crinò e all’attrice Cristina Donadio.

Per l’occasione, è stata annunciata al pubblico la nuova acquisizione nel patrimonio archivistico della Cineteca di Bologna del Fondo Montaldo-Pescarolo-Vergani.
Il Fondo Montaldo è stato donato nel 2023 dallo stesso regista, in accordo con la moglie e il resto della famiglia. Insieme a questo è stato acquisito anche il Fondo Vera Vergani, diva del teatro e del muto, nonché madre della moglie di Giuliano. Nel processo di acquisizione sono stati inclusi anche materiali inerenti la produttrice e moglie Vera Pescarolo.

Negli spazi della Biblioteca Renzi, l’esposizione Nel cinema esiste solo il noi – Frammenti di una storia di cinema e d’amore con documenti provenienti dall’Archivio Montaldo-Pescarolo-Vergani, allestita nell’atrio e nelle teche espositive del primo piano (accesso libero negli orari di apertura della biblioteca, dal martedì al venerdì, dalle 12 alle 18; il sabato, dalle 9.30 alle 15.30.).

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Giuliano Montaldo

Giuliano Montaldo (Genova, 22/02/1930 – Roma, 06/09/2023), regista, attore, sceneggiatore, viaggiatore e sperimentatore, è stato un personaggio di primo piano del panorama cinematografico italiano e internazionale.
Il suo esordio nel mondo del cinema risale al 1951, proprio a Genova, la sua città natale, con l’interpretazione del commissario Lorenzo in Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani. Innamoratosi immediatamente della settima arte, si trasferì a Roma per continuare la carriera di attore, ma la sua più profonda aspirazione restava quella di fare il regista.
Ebbe non poche difficoltà a uscire dal “ghetto degli attori” – espressione usata da lui stesso in un’intervista con Franca Faldini – ma riconobbe una preziosa opportunità nel ruolo di aiuto regista. Dopo vari e fallimentari tentativi di affiancare Fellini in questa veste, venne preso da Gillo Pontecorvo con il quale collaborò a lungo; fu assistente alla regia anche sul set di La battaglia di Algeri (1966) che vinse il Leone d’oro.
La lunga gavetta gli fornì un’ottima preparazione e fin dal suo esordio con Tiro al piccione (1961), si dimostrò un regista anticonformista e anticipatore dei tempi. Il film fu presentato alla XXII Mostra del Cinema di Venezia creando grande scalpore, viste le divergenze di opinione tra critica e pubblico.
Regista eclettico, si cimenta con i generi più diversi. Conosciuto per aver realizzato film impegnati che toccano tematiche quali la Resistenza in L’Agnese va a morire (1976) e il razzismo nel capolavoro Sacco e Vanzetti (1971), è anche autore di film più commerciali, ma non per questo meno interessanti come il “gangster movie” Gli intoccabili (1969) e di prodotti televisivi come Circuito chiuso (1978), una piccola perla che spazia dal poliziesco al western, con una riflessione sul potere delle immagini e del cinema.
È inoltre un pioniere dal punto di vista tecnico e produttivo; con il grande direttore della fotografia Vittorio Storaro gira il primo esperimento italiano di ripresa digitale in HD, Arlecchino (1982) e con la serie kolossal Marco Polo (1982-1983), che attraversa tre continenti, apre la via alle coproduzioni Italia-Asia, ispirando il più celebre collega Bernardo Bertolucci per il film L’ultimo imperatore (1987).
Legata indissolubilmente alla carriera di Montaldo è la produttrice Vera Pescarolo (Milano, 28/11/1930), sua compagna di vita e di lavoro. Figlia della diva del teatro e del cinema muto Vera Vergani e del Commissario di Bordo Leonardo Pescarolo, è stata al fianco di Montaldo negli anni più importanti della sua carriera. Vera lavorò principalmente come produttrice, ma anche come aiuto regista, sceneggiatrice e costumista; sui set di Montaldo in particolare, svolgeva anche la funzione di consigliera e di mediatrice tra il regista e la troupe e per questo Montaldo amava definirla il suo più grande collaboratore.
Tra gli altri importanti sodalizi del regista non può essere dimenticato Ennio Morricone, con il quale collaborò per ben 16 film. Resta ancora oggi nell’immaginario collettivo la canzone Here’s to you eseguita dalla cantante Joan Baez o La Ballata di Sacco e Vanzetti il cui testo è stato composto a partire dalle lettere scritte in carcere da Nicola Sacco (Riccardo Cucciolla) e Bartolomeo Vanzetti (Gian Maria Volonté).
Giuliano Montaldo si cimentò anche nella regia teatrale tornando, per così dire alle origini, quando da adolescente calcava i palcoscenici genovesi; diresse molte opere liriche, tra le quali la Turandot, all’Arena di Verona nel 1983, le cui spettacolari scenografie a forma di pagoda sono rimaste nella storia del grande teatro.
Si dedicò generosamente anche all’attività didattica nelle scuole, lavorando con bambini e ragazzi a progetti legati ai valori civili e della Resistenza, provando ancora una volta il suo carattere affabile e la sua fama di grande narratore.

Vera Vergani

Vera Vergani (Milano, 1894 – Procida, 1989) non è stata solo la grande attrice che ha interpretato, con il suo talento e fascino particolari, momenti storici del teatro italiano nella prima di Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello o in La figlia di Iorio di D’Annunzio, ma anche una diva del cinema muto.
Una personalità forte e anticonformista, debuttò a teatro da giovanissima con uno spettacolo di beneficienza dal titolo Così va il mondo bimba mia (1905) e lasciò le scene al culmine della sua straordinaria carriera nel 1930 per sposarsi con il Commissario di Bordo Leonardo Pescarolo e ritirarsi a vita privata prima a Lido d’Albaro e in seguito sull’isola di Procida. Ebbe due figli, entrambi produttori: Vera e Leo Pescarolo.
Come attrice di teatro lavorò in molte compagnie: con Ferruccio Benini, il primo a notare il suo giovane talento, con Virgilio Talli, con Ruggero Ruggeri e toccò il culmine della fama nella compagnia di Dario Niccodemi, con la quale partecipò anche a molte tournée internazionali soprattutto in Sud America. Della stessa compagnia nei medesimi anni facevano parte anche Anna Magnani e Giuditta Rissone.
Nel cinema lavorò dal 1916 al 1923; in questi anni apparve nelle vesti di protagonista spesso al fianco di Tullio Carminati e Gustavo Serena, in 12 film diretti da registi del calibro di Augusto Genina, Roberto Roberti (il padre di Sergio Leone) e Mario Caserini, del quale fu vera e propria musa. Ebbe un unico ritorno all’arte nel 1965 con un cameo nel film Il morbidone di Massimo Franciosa.