Chemi Bebia

(My grandmother, URSS/1929) di Kote Mikaberidze (61')
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Cinema Modernissimo
Chemi Bebia

(My grandmother, URSS/1929) di Kote Mikaberidze (61')

In previsione della pioggia, la serata di oggi lunedì 24 giugno in Piazza Maggiore è stata annullata.

La proiezione di Chemi bebia (My Grandmother) di Kote Mikaberidze con accompagnamento musicale live curato da Cleaning Women verrà spostata al Cinema Modernissimo, con due repliche consecutive, una alla 21.45 (con priorità per il pubblico di accreditati con prenotazione) e una alle 23.15 (a libero accesso, senza liste di priorità).

 

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Ho visto la mia parte di film bizzarri e incredibili, ma Chemi bebia è uno dei più folli.

Chiariamo subito che le nonne non c’entrano. Il film è una satira della burocrazia così feroce da far impallidire tutte le altre satire. L’espressione “mia nonna” sembra indicare una sorta di figura salvifica, un protettore o un appoggio indispensabile per tornare in carreggiata dopo che il protagonista viene licenziato dal suo ufficio.

Kote Mikaberidze non si pone limiti nel suo attacco selvaggio alla burocrazia. Chemi bebia presenta affinità con il movimento Dada, con i maestri più sfrenati delle prime farse cinematografiche (come Cretinetti), con il primo Ėjzenštejn (Sciopero) e con la FEKS, la Fabbrica dell’attore eccentrico.

Il film è un fuoco d’artificio di mezzi espressivi visivi. Vi troviamo montaggi urbani, visioni distorte, sequenze di animazione di oggetti, scene al rallentatore e primi piani estremi. L’intero film è orientato a evocare stati di coscienza alterati. Una delle invenzioni più ingegnose e originali si ha verso la fine, con una scena d’inseguimento in cui i personaggi si trasformano nelle loro stesse ombre.

La visione distopica di un ufficio open space è un elemento ricorrente nei classici del cinema che mostrano l’alienazione del lavoratore moderno. Pensiamo a La folla di King Vidor, a L’appartamento di Billy Wilder e a Il processo di Orson Welles. Con la sua rappresentazione dell’ambiente di lavoro burocratico Kote Mikaberidze li supera tutti.

Quest’opera incredibile rimane una visione indispensabile per tutti gli appassionati di film che superano i confini della narrazione convenzionale.

Antti Alanen


 

Nella satira esilarante e senza esclusione di colpi del regista Kote Mikaberidze, per sfuggire alle ire della moglie un impiegato fannullone licenziato per la sua pigrizia tenta di riavere il lavoro andando alla ricerca di una “nonna” – un burocrate influente che possa fornirgli una lettera di raccomandazione. Per l’impiegato la ricerca si trasforma in un viaggio labirintico attraverso i meandri più intricati della burocrazia. Il pubblico viene trascinato in sessanta minuti di divertimento sfrenato e frenetico, pieni zeppi di immagini stravaganti, trucchi, effetti speciali e animazione in stop-motion. Vietato per quasi cinquant’anni, Chemi bebia rimane una delle commedie più deliziosamente irriverenti e bizzarre del cinema muto. L’esuberante ensemble musicale finlandese Cleaning Women, il cui lavoro comprende colonne sonore per Aelita, Metropolis e il cortometraggio candidato all’Oscar di Alice Rohrwacher Le pupille, si esibirà dal vivo utilizzando strumenti autocostruiti con oggetti domestici malconci e rifiuti riciclati. 

Mara Fortes 


 

Accompagnamento dal vivo a cura di Cleaning Women
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Lingua

Film muto