Il Clown vs. Il Capitale

“Gli unici spiriti vivi in un mondo di automi” (Charlie Chaplin) 



La seria presa in giro del mondo delle macchine di Modern Times (1936) valse a Charlie Chaplin false accuse di comunismo e un posto assicurato nella storia del cinema.

In My Autobiography Chaplin racconta la genesi del film. Ed è proprio attraverso la sua voce che si manifestano i tratti più significativi di un personaggio tanto celebre e iconico quanto enigmatico e misterioso.

“Ancora nessun progetto immediato di lavoro. Con Paulette facevamo le solite cose […]  pur di ammazzare il tempo. Non volevo restare solo, né pensare. Ma sotto questi svaghi ingigantiva un continuo senso di colpa: che faccio qui? Perché non sono al lavoro? […] Poi mi venne in mente un’intervista che mi aveva fatto un giovane e brillante cronista del World di New York. Mi aveva parlato delle catene di montaggio adottate dalle fabbriche locali: la storia angosciosa dei robusti giovanotti [che] diventavano rottami umani col sistema nervoso rovinato. Fu quella conversazione a darmi lo spunto per Tempi moderni”.

A proposito del film, in Charlie Chaplin. His Life and Art, che è la pietra miliare di tutti gli studi sul Vagabondo, David Robinson scrive: “Tempi Moderni è una reazione emotiva, sempre basata sulla comicità, alle circostanze contemporanee. [Il vagabondo] è uno dei milioni di persone alle prese con la povertà, la disoccupazione, gli scioperi […] Un appunto rilevatore e interessante di Chaplin sulla caratterizzazione in Tempi Moderni, mostra che non considerava né ribelli né vittime il vagabondo o la monella [Paulette Goddard]. Erano piuttosto anime in fuga da un mondo in cui egli non vedeva altra speranza”. 

Un altro testo fondamentale per appassionati e professionisti è Chaplin di Peter von Bagh. Quando sembra che ormai su Chaplin sia stato detto tutto, con il suo stile poetico e fluido von Bagh dispiega un film dopo l’altro come in un romanzo: acuto, mai noioso e spesso sorprendente. Di Modern Times scrive:
“Charlot è travolto dalla fabbrica. L’immagine è una diagnosi psichiatrica, un affresco della condizione dello spirito moderno, una modellizzazione cubista del processo di alienazione, che ha come esito la negazione totale della dignità umana. Chaplin stesso ha fatto notare che non sappiamo che cosa produca questa fabbrica: auto, giocattoli, salsicce, o qualsiasi altra cosa. Al contrario, le variazioni continue dei ritmi e la figura dell’operaio sbatacchiato da un posto all’altro  ritraggono con rara precisione come il tempo […] del singolo individuo sia sottomesso al ritmo collettivo della giornata lavorativa”.

La biblioteca Renzo Renzi mette a disposizione più di 300 volumi su Charlie Chaplin principalmente in italiano, inglese e francese, ma anche in tedesco e spagnolo.