Archivio Fotografico

La cifra complessiva dà già l’idea caleidoscopica di quanto è conservato all’interno: un deposito di quasi tre milioni di immagini. È questa la vistosa dote con cui l’Archivio fotografico completa e approfondisce la memoria visiva custodita nel cuore cinematografico della Cineteca. Il tutto con un doppio indirizzo che rispecchia anche il bivio di finalità a cui è predisposto: da una parte, la volontà di documentare fotograficamente la storia del cinema, dall’altra quella di curare e rendere accessibile il patrimonio delle immagini storiche di Bologna, ovvero della città che ospita l’Archivio.

Storia dell’archivio: le tappe di un lungo viaggio in immagini

Una raccolta fotografica vicina e lontana

L’Archivio fotografico della Cineteca nasce negli anni Sessanta grazie all’intuito dell’allora assessore alla Cultura Renato Zangheri (poi divenuto sindaco della città) che voleva completare la nascente raccolta di materiale filmico e librario su basi regionali con l’aggiunta delle testimonianze fotografiche relative a Bologna e all’Emilia-Romagna. Tra i primi a occuparsi di “delineare contenuti e operatività della Fototeca”, favorendo un’accurata politica di acquisizione che documentasse la Bologna dell’Ottocento, fu Renzo Renzi, proprio l’uomo a cui è dedicata la Biblioteca.

Crescita e traslochi di un patrimonio in movimento

Resa disponibile per la consultazione e lo studio a partire dal 1962, la raccolta negli anni ha cambiato diverse sedi proprio per il graduale incremento dei suoi materiali. Dalla prima sede dell’Archiginnasio a quella di via de’ Foscherari, passando poi per Palazzo Aldrovandi-Montanari in via Galliera fino ad arrivare all’approdo attuale in via Azzo Gardino, all’interno dell’area della Manifattura delle Arti.

L’acquisizione continua di nuovi sguardi

Traslochi che testimoniano quanto a partire dagli anni Ottanta una nuova ed efficace politica di acquisizioni sia riuscita a catalizzare materiali appartenenti a storici studi bolognesi (Studio Camera, Nino Comaschi, Enrico Pasquali) e importanti collezioni private, a cui si aggiungono fotografie commissionate direttamente dal Comune di Bologna a importanti professionisti (Fondo Paolo Monti). Il patrimonio fotografico di soggetto cinematografico invece proviene dalle raccolte di grandi collezionisti (Fondo Mario Natale, Fondo Giuseppe Galliadi), fotografi di scena (Fondo Angelo Novi), famosi registi (Fondo Alessandro Blasetti) e studiosi di cinema. Il risultato finale è un patrimonio in continua crescita, che attualmente comprende oltre 800.000 immagini sulla città, mentre quelle sul cinema ammontano a circa 350.000.

Il Cinema e Bologna: le due sezioni principali

La Sezione Cinema è composta da oltre 350.000 fotografie, tra immagini di scena e di lavorazione dei film, ritratti di attori e registi e tutti quei documenti visivi che fotografi e collezionisti hanno ceduto o donato alla Cineteca. La Sezione Bologna invece ingloba oltre 800.000 immagini, realizzate tra il 1873 e il 2000, acquistate o donate alla Cineteca. La collezione riunisce l’intera produzione di alcuni fotografi, ma anche singoli scatti, piccoli fondi, album “familiari”, cartoline e stereoscopie

Sezione Cinema

La Sezione Cinema è composta da oltre 350.000 fotografie, tra immagini di scena e di lavorazione dei film, ritratti di attori e registi e tutti quei documenti visivi che fotografi e collezionisti hanno ceduto o donato alla Cineteca.

Sezione Bologna

La Sezione Bologna invece ingloba oltre 800.000 immagini, realizzate tra il 1873 e il 2000, acquistate o donate alla Cineteca. La collezione riunisce l’intera produzione di alcuni fotografi, ma anche singoli scatti, piccoli fondi, album “familiari”, cartoline e stereoscopie.

Le mostre, occasioni di dialogo col presente

A testimonianza del carattere dinamico che questo deposito vuole mantenere nel suo continuo dialogo con il presente, a scadenze regolari l’archivio fotografico diventa curatore e promotore di una serie di mostre che di volta in volta si concretano su alcuni segmenti monografici, tematici o storici del mondo del cinema e sulla storia della città per poterli illustrare nel potenziale inedito di una loro continua riscoperta.