La tesi è stata apprezzata per l’analisi molto puntuale delle opere narrative friulane di Pasolini, Atti impuri, Amado mio, e tutti gli scritti maggiori e minori di natura mista compresi tra il 1946 e il 1951, dove viene seguito il modo di rappresentazione dell’autore e le strategie che sfociano nell’emergere del tema del doppio. La dott.ssa Pecora iscrive questa parte dell’opera pasoliniana nella cornice più ampia già identificata da Fortini della “contraddizione”, nella quale viene iscritto anche il terzo romanzo rimasto inedito, Il disprezzo della provincia. Muovendosi con molta competenza tra scritture romanzesche, scritture autobiografiche e racconti, Pecora individua linee di continuità tematiche che rendono questa fase dell’opera pasoliniana molto più ricca di quanto apparisse finora, soprattutto per la presenza di motivi che ritornano e si alternano nella rappresentazione dei corpi giovani, della loro espressività linguistica e della specificità dei momenti che caratterizzano la vita dei luoghi (come per esempio i tempi sospesi della festa di paese).
Nell’ultima parte della tesi viene invece proposta un’idea della narrativa pasoliniana come elaborazione di un processo di autoanalisi che rivela alcuni nuovi legami con la lettura dell’opera di Proust. Partendo dall’analisi di un altro romanzo incompiuto, Per un romanzo del mare, Pecora individua alcune strategie memoriali che consentono a Pasolini di mettere in rapporto narrazione e autoanalisi, fino ad arrivare poi al legame tra Atti impuri e Sodome et Gomorrhe, a partire dalla spia linguistica costituita dal termine “sécheresse”, che porta ad iscrivere l’amore per Tonuti nell’ambito della fenomenologia amorosa analizzata da Proust per il personaggio di Albertine.
Dunque la giuria considera questo lavoro di ricerca vincitore del Premio 2024 per il modo con cui esattezza filologica, attenzione ai dati testuali, individuazione tematica e capacità interpretative riescono a essere messe in campo relativamente ai testi giovanili di Pasolini.
La giuria segnala inoltre per l’originalità del lavoro, diretta all’analisi del tema sacrificale presente in Pasolini e Mishima la tesi di Marco Ribaldi, discussa presso l’Università di Bologna con la supervisione del prof. Gerardo Guccini, dal titolo Mishima, Pasolini e la performance sacrificale. Questa ricerca utilizza raffinati strumenti di tipo teatrale e antropologico per individuare la messa in scena dell’io presente nei due autori e le due tipologia diverse di utilizzo di modelli sacrificali (letterari da una parte, biografici dall’altra). La tesi ottiene dunque una menzione di merito da parte della giuria.
Marco Antonio Bazzocchi (Presidente), Luciano De Giusti, Massimo Fusillo, Hervé Joubert-Laurencin e Maria Rizzarelli