Gli scavi per il sottopasso di Via Rizzoli (1957-1959)
Tra il 1957 e il 1959, in un’Italia in pieno boom economico, il Comune di Bologna progettò la realizzazione di grandi sottopassaggi pedonali nel cuore del centro storico al fine di migliorare la circolazione negli incroci. In particolare, la zona interessata da questo progetto fu l’incrocio tra Via Rizzoli e Via Ugo Bassi, il cuore pulsante della città. Nel 1958 venne inaugurato il primo sottopassaggio costruito all’incrocio tra piazza Re Enzo e via Rizzoli mentre il secondo, inglobante il primo e di maggiori dimensioni, venne inaugurato nel 1960 all’incrocio delle vie Indipendenza, Ugo Bassi, Rizzoli e piazza Re Enzo.
Fin dal 1957 gli scavi per il primo sottopassaggio intercettarono tra via Caduti di Cefalonia e via Fossalta, alla quota di -3,20 m dal piano di calpestio, due tratti di pavimentazione stradale in basoli poligonali di trachite, caratterizzati da un orientamento Ovest-Est. Tali resti, come ulteriori quattro lacerti rinvenuti nel 1959 lungo l’asse Via Ugo Bassi-Via Rizzoli, sono stati ricondotti al decumano massimo di Bononia. Alla stessa quota fu documentato un ulteriore lacerto di basolato stradale, con orientamento Nord-Sud, interpretato come un cardine, al di sotto del quale venne rinvenuto un tratto di fognatura in muratura (cloaca). Brevi tratti di un secondo cardine e la sottostante cloaca furono documentati nel 1959 lungo l’asse Piazza Nettuno-Via Indipendenza.
Oltre agli assi viari, nel 1957, in corrispondenza di Via Fossalta, a circa 20 m dal lato settentrionale di Via Rizzoli, fu individuato un pavimento realizzato con tessere musive bianche e nere a motivo geometrico, e con l’inserzione di crustae marmoree. Durante i medesimi lavori si mise un secondo lacerto di mosaico all’altezza della facciata di Palazzo Re Enzo, con un complesso decoro geometrico. I due mosaici, appartenenti forse alla stessa domus, sono stati datati al I secolo a.C..
Tra le evidenze archeologiche documentate durante gli scavi del secondo sottopasso (1959), riveste un’importanza particolare il rinvenimento all’incrocio tra Via Ugo Bassi e Via Rizzoli di un muro di fondazione angolare, lungo 11 metri e spesso 1,6, riconducibile ad un edificio pubblico dalla complessa articolazione e ipotizzato come curia o tabularium di età repubblicana. A poca distanza da questa struttura, in Via Ugo Bassi, fu individuato infine un blocco di conglomerato di calce, ciottoli e pezzame laterizio, interpretato come base di un arco trionfale. Tale monumento marcava probabilmente l’accesso allo spazio pubblico del foro, solitamente riservato al solo traffico pedonale.
In conclusione, gli scavi del sottopasso di Bologna, sebbene non condotti con metodo stratigrafico, fornirono un importante spaccato del cuore della Bologna romana, contribuendo in modo significativo ad una ricostruzione del suo assetto urbano.