Un festival che fino alla giornata di ieri, domenica 30 giugno (ma Il Cinema Ritrovato non finisce, oggi ci sono ancora i film di Marlene Dietrich al Cinema Lumière e i classici restaurati in Piazza Maggiore proseguono fino al 7 luglio), ha raccolto 130mila presenze, testimoni di una 38ª edizione eccezionale.
Un’edizione che è coincisa anche con la consacrazione della nuova e tanto attesa sala: il Cinema Modernissimo, scrigno sotterraneo finalmente dischiuso anche agli occhi del pubblico internazionale, degli oltre 5.700 accreditati (700 in più rispetto allo scorso anno) da 72 Paesi nel mondo, che hanno finalmente potuto scoprirne la bellezza. Così come tutta la città ha potuto vedere e utilizzare il nuovo ingresso del Modernissimo, disegnato da marionanni, che ora si distende in Piazza Re Enzo, dopo l’inaugurazione avvenuta proprio in occasione del Cinema Ritrovato.
Al solo Modernissimo, dove la programmazione è iniziata già nei giorni che hanno preceduto l’inaugurazione ufficiale del festival, sabato 22 giugno, ci sono stati 12mila spettatori.
Ma naturalmente Il Cinema Ritrovato non è solo Piazza Maggiore e Modernissimo: 8 sono le sale coinvolte in città, 3 arene all’aperto, la Galleria Modernissimo con le mostre Bar Luna di Alice Rohrwacher e Bologna fotografata, Piazzetta Pasolini che diventa un’agorà poliglotta, la Bookfair in Biblioteca Renzo Renzi, dove si sono tuffati collezionisti da ogni angolo del mondo.
Il Cinema Ritrovato è diventato una festa della cinefilia senza confini: ai classicissimi restaurati, alle dive come Marlene Dietrich e Delphine Seyrig, si affiancano opere magistrali e sconosciute dal Giappone, dall’Ucraina, da un Sud del mondo la cui cinematografia è ancora da scoprire ed è proprio Il Cinema Ritrovato che sta contribuendo negli anni a questa riscoperta.
Scoperte condivise assieme a grandi maestri: oltre ai citati Damien Chazelle, Wim Wenders, Darren Aronofsky, Alexander Payne, sono venuti a Bologna Marco Bellocchio, che ha presentato il documentario che gli ha dedicato Pierre-Henri Gibert L’Image originelle – Marco Bellocchio e il suo Sbatti il mostro in prima pagina ed è stato protagonista di una conversazione con Sergio Castellitto, Costa-Gavras, che ha presentato il documentario Le Siècle de Costa-Gavras di Yannick Kergoat, Volker Schlöndorff che ha presentato L’angelo azzurro di Joseph von Sternberg il suo Homo Faber, Thierry Frémaux che ha tenuto una Lezione di cinema e presentato in Piazza Maggiore alcuni film dei fratelli Lumière; Nicolas Seydoux che ha presentato il film di Dalton Trumbo E Johnny prese il fucile e raccontato Le cinéma, 50 ans de passion, ovvero il libro con il quale attraversa la sua lunghissima carriera alla guida della Gaumont; Juho Kuosmanen che ha presentato la sua Silent Trilogy; Stephanie Rothman che ha presentato i suoi The Working Girls e Group Marriage, restaurati dal MoMA; il regista siriano Mohammad Malas che ha presentato il suo The Night e dialogato con il conterraneo Ossama Mohammed, che ha presentato a propria volta il suo film Stars in Broad Daylight.
A dispetto di un clima meteorologico davvero inusitato per un giugno bolognese e che ha impedito il normale svolgimento di alcune serate in Piazza Maggiore e in Piazzetta Pasolini, le sale del Cinema Ritrovato sono state quasi sempre sold out, con uno sviluppo sorprendente di luoghi come l’Auditorium DAMSLab, dedicato ai documentari, che hanno riscontrato un interesse sempre maggiore da parte di un pubblico sempre più attento e sempre più consapevole. Un pubblico che cresce anche grazie all’impegno del settore formativo della Cineteca di Bologna: dai più piccoli che hanno partecipato ai campi estivi alle ragazze e ai ragazzi del Cinema Ritrovato Young (ormai protagonisti del festival a tutti gli effetti), alle studentesse e agli studenti dei corsi di alta formazione, la presenza di spettatori sempre più giovani e sempre più appassionati è uno dei tratti più belli di un festival come Il Cinema Ritrovato.