Dal locale al globale. Alice Rohrwacher e JR,un percorso a doppio senso

Sappiamo di vivere in tempi difficili e quanto mai incerti, ma una cosa ora è garantita: la ventiseiesima edizione del festival Visioni Italiane riuscirà finalmente a vedere la luce. Si svolgerà interamente online e a inaugurarla il 16 novembre alle 19.00 sarà una visione speciale con ospiti altrettanto speciali: stiamo parlando di Omelia contadina, il progetto a quattro mani realizzato dalla regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher e dall’artista visivo di fama mondiale JR, che saranno presenti in collegamento su MYmovies e sulla pagina Facebook della Cineteca di Bologna in dialogo con il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. 
Già presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia, dove ha ottenuto un grande successo, il lavoro dei due artisti sembra perfetto per aprire le danze di questa edizione del festival bolognese. Omelia contadina, un piccolo oggetto che non è né un’opera d’arte né un film ma – come ci tengono a rimarcare gli autori – un’azione cinematografica, mette in scena un funerale: quello dell’agricoltura e dei piccoli produttori locali dell’altopiano dell’Alfina, tra il Lazio e l’Umbria. Un rito funebre che in realtà è pieno di vita, come d’altronde dovrebbe essere il rito della sala cinematografica. Per questo Omelia è anche una preghiera, un inno alla speranza come ama definirlo la regista stessa, la speranza che i piccoli produttori e agricoltori continuino a vivere e a salvaguardare la natura.


Le personalità artistiche di Alice Rohrwacher e JR solo a prima vista possono sembrare così diverse. Lo sono se consideriamo i mezzi attraverso i quali si esprimono: la Rohrwacher attraverso lo sguardo del cinema e della scrittura, JR con installazioni fotografiche. Nell’una è ben presente la dimensione locale: il cinema di Alice è fatto di scenari e personaggi lontani, quasi avulsi dalla modernità, con forti legami col territorio che da sempre fa parte non solo dell’immaginario ma della realtà stessa da cui la regista proviene, quella della campagna. Nell’altro è ben evidente l’aspetto internazionale che lo investe, essendo sia JR stesso una star a livello globale, sia per la natura dei suoi progetti fotografici, che trovano il proprio set espositivo in giro per il mondo. 
A un’ulteriore riflessione però, questa lettura si potrebbe addirittura capovolgere o comunque reinterpretare: il cinema di Alice Rohrwacher racconta sì di realtà rurali, spesso con riferimento autobiografico, ma lo fa in chiave universale, metaforica, visionaria. Ci parla in modo locale del mondo globale, della società contemporanea, della sua perdita della cultura, della sua disaffezione, mescolando la realtà al surreale (i suoi Le meraviglie e Lazzaro felice sono esempi cristallini di queste tematiche). È poi da considerare anche il fatto che la stessa regista è ormai consacrata nell’alveo dei grandi registi italiani di fama internazionale, avendo vinto due importanti premi al Festival di Cannes (quello speciale della giuria per Le meraviglie e quello alla miglior sceneggiatura per Lazzaro Felice). L’arte di JR, invece, segue un po’ il percorso contrario o, se vogliamo, speculare: è internazionale, itinerante, pop, ma parla del locale, dei singoli uomini e delle singole donne qualsiasi, degli sconosciuti che fanno le comunità. Ecco quindi che l’attenzione ai temi sociali, del territorio, del paesaggio si rivela cruciale per entrambi gli artisti. A questo si aggiunge il fatto che anche lo stesso JR viene dalla periferia, precisamente da Montfermeil, a pochi chilometri da Parigi, e che quello delle periferie è evidentemente un tema caro e costante nel lavoro dell’artista francese. Far apparire chi non appare: questo potrebbe essere il suo motto, oltre a essere un modo per abbattere le barriere, astratte e concrete. Si pensi al gigantesco ritratto fotografico di Kikito, il bambino che guarda oltre il muro al confine tra Messico e Stati Uniti, o alle foto delle smorfie di uomini e donne israeliani e palestinesi incollate una di fianco all’altra sull’altro famoso muro al confine tra le due zone in conflitto (non a caso il progetto si chiamava Face2Face). Oppure al viaggio nelle campagne e nei paesini della Francia meno conosciuta insieme alla grande regista Agnés Varda per il documentario Visages Villages
Insomma, non ci servono altri esempi per capire che in realtà i punti in comune tra queste due personalità sono più delle differenze e che, nonostante lo facciano in modi diversi, Alice Rohrwacher e JR parlano degli stessi temi, pongono l’accento sulle medesime problematiche del mondo di oggi, entrambi con una profonda vena poetica. Omelia contadina non si esclude da questo discorso e ne è anzi la sintesi perfetta. Sarà disponibile per tutti, gratuitamente, sul canale YouTube della Cineteca di Bologna proprio a partire dal 16 novembre. 
Sofia Nadalini
Corso di alta formazione per la diffusione della cultura e del patrimonio cinematografico (Rif. PA. 2019-11896/RER/01 approvata con DGR n. 1277/2019 del 29/07/2019)



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