Louis Garrel, che ha appena compiuto quarant’anni e ha già alle spalle una carriera intensissima, è figlio del regista Philippe Garrel e di Brigitte Sy, anch’essa attrice e regista; suo nonno Maurice e il suo padrino Jean-Pierre appartengono al pantheon degli attori francesi. A sei anni suo padre lo fa esordire come attore e a diciannove, grazie a Bernardo Bertolucci e ai suoi Dreamers, assurge nell’olimpo delle star internazionali, status che manterrà negli anni, interpretando ruoli sempre diversi e mai scontati, da Patrice Chéreau a Robespierre, da Luigi XIII a Dreyfus, da Godard a Jacques de Bascher (amante di Yves Saint Laurent), diretto da cineasti del valore di Maïwenn, Arnaud Desplechin, Christophe Honoré, Bertrand Bonello, Michel Hazanavicius, Valeria Bruni Tedeschi, Xavier Dolan, Woody Allen, Greta Gerwig, Roman Polański, Pietro Marcello. Dal 2008 affianca alla sua attività d’inteprete quella di regista, realizzando tre corti e quattro lungometraggi che hanno ottenuto un crescente riconoscimento di critica e di pubblico. Oggi è uno dei pochi attori di fama internazionale del cinema europeo capace di lavorare con uguale serenità a Hollywood e nel cinema indipendente francese o italiano; mentre le sue regie ci sorprendono per la leggerezza e la capacità di parlare al pubblico delle sale.
Nel programma troverete anche l’omaggio a Michael Haneke e a Quentin Dupieux, due autori tanto lontani quanto unici: uno è il regista della radicalità, quello che forse meglio di ogni altro ha mostrato la violenza cieca e insensata degli esseri umani e della società; l’altro, musicista di successo con lo pseudonimo Mr. Oizo, autore al cinema di commedie nere, sgangherate, corrosive, che mettono al centro la grande protagonista del nostro presente, l’idiozia. Se Haneke ha già ottenuto grandi riconoscimenti, lo stesso non si può dire di Dupieux, come sovente accade a chi pratica la commedia, ma i suoi film sono già per molti oggetto di culto. Al suo ultimo lavoro, Yannick, che ha fatto impazzire i “Cahiers du cinéma”, dedichiamo diverse proiezioni della nostra nuova fascia delle ore 13, Un’ora sola.
Accanto a questi indipendenti, proseguiamo l’omaggio ad Ozu, il più classico dei cineasti giapponesi, così puro da farci sentire vicina una cultura lontana e complessa. Grazie all’uscita nelle sale della versione restaurata di Dreamers, replichiamo Ladro di cinema, l’omaggio cinefilo a Bernardo che Giuseppe Bertolucci, allora presidente della Cineteca, aveva curato nel 2003 in occasione dell’uscita in sala di quello che sarebbe stato l’ultimo grande successo del fratello.
Completano il cartellone di gennaio le prime visioni del Lumière, con il capolavoro Poor Things di Yorgos Lanthimos, una selezione dei migliori film di recente uscita, l’avvio delle celebrazioni per i sessant’anni di “Vogue”, le lezioni di Roy Menarini e Michele Smargiassi, l’omaggio ai film che compiono quarant’anni e uno sguardo ad alcuni classici del cinema italiano. C’è stato un tempo in cui film come Miseria e nobiltà o Il federale sembravano impossibili da programmare in una sala cinematografica, vampirizzati dalla televisione. Uno dei più evidenti miracoli dell’avvio del Modernissimo sembra essere il ritorno del pubblico per i film italiani del passato. E non possiamo che esserne felici.