Ed ecco che il Modernissimo compie il suo primo anno di vita! È stato un anno di grandi soddisfazioni in cui la nostra sala ha già conquistato un posto nel cuore dei bolognesi e dei cinefili di tutto il mondo. Pochi giorni fa abbiamo accolto uno dei grandi creatori del cinema contemporaneo, Michel Ocelot, autore di Azur e Asmar e Principi e principesse. È rimasto assorto per un minuto e, rivolgendosi al pubblico, ha detto: “credo che in Francia non abbiamo una sala cinematografica così bella!”. Non potevamo ricevere complimento più autorevole. Così come non potevamo meglio celebrare il compleanno del Modernissimo, la monosala che ha venduto, in questi dodici mesi, più biglietti in Italia. Il programma di novembre è dunque una festa dedicata a voi, pubblico, che dal primo giorno avete creduto in questo luogo di bellezza e cultura.
Incroceremo due festival, la prosecuzione della sezione cinematografica di Gender Bender e Visioni Italiane, il festival degli esordi, che ci farà conoscere il meglio di una nuova generazione di cineasti che sperimentano le loro idee e i loro sguardi nel cortometraggio e nel documentario. Accoglieremo la seconda parte dell’integrale dedicata a John Cassavetes e un altro protagonista del cinema indipendente americano, John Sayles, collaboratore di Roger Corman, Joe Dante, Steven Spielberg e autore di film profetici e unici. Nanni Moretti sarà nostro ospite per presentare il suo mitico Ecce bombo nella nuova versione restaurata premiata a Venezia Classici. Dedichiamo un omaggio a Xavier Dolan, di cui presenteremo la versione 35mm di Mommy, il suo quinto film, realizzato a venticinque anni, certamente uno dei più importanti di questo secolo. Esisteva solo in digitale e Dolan ci ha chiesto di
aiutarlo a stampare un negativo e una copia 35mm. È un bellissimo segnale che un autore che ha raggiunto la notorietà internazionale con il digitale abbia voluto assicurare alla sua opera un futuro più sicuro grazie alla pellicola. Non poteva mancare in questo mese di festeggiamenti un omaggio a un artista poetico e visionario come Gianluigi Toccafondo, capace di surfare tra pittura e cinema. Sarà affascinante vedere e ascoltare la voce delle sue Sirene, la sua opera più recente, guizzare tra gli stucchi e i disegni del Modernissimo. Ci saranno anche Gabin e Marlene, Hitchcock in 3D, la splendente Marilyn, i film che hanno rivelato la grandezza di Scorsese e quelli di una schiera di giovani attori che avrebbero rivoluzionato Hollywood e il nostro immaginario.
L’arte in generale, e il cinema in particolare, ha la capacità di farci viaggiare stando seduti in sala. Purtroppo siamo circondati da guerre e tanti paesi, che abbiamo conosciuto attraverso i film e nei quali siamo andati, che abbiamo amato, ora sono luoghi di morte e di distruzione. Il cinema, a differenza del web, è uno strumento di pace, che ci ha insegnato ad amare l’umanità. Ho immaginato quindi un programma che ci consentisse di tornare in quei luoghi per poter gridare ancora più forte che vogliamo la pace!
L’esplorazione dell’opera di Vittorio De Sica, in occasione della mostra a lui dedicata, raggiunge questo mese il tornante essenziale del neorealismo. Uno spettatore d’eccezione come Cesare Pavese, intervistato alla radio nel 1950, dichiarò: “Ossessione, Roma città aperta, Ladri di biciclette, hanno stupito il mondo – americani compresi – e sono apparsi una rivelazione di stile. […] Il maggior
narratore contemporaneo è Thomas Mann e, tra gli italiani, Vittorio De Sica”. Il neorealismo è l’opposto di quella messa in scena fasulla e asfittica della realtà che il fascismo voleva imporre alle arti e alla comunicazione. Visconti, Rossellini e De Sica fanno saltare il tappo imposto dal regime e inventano un modo nuovo di guardare e raccontare la realtà che farà scuola. Ma il cinema di De Sica e Zavattini è tutto tranne formule matematiche. Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D. sono film distantissimi tra loro e raccontano di un laboratorio in continua trasformazione. Che termina con la salita al potere dell’onorevole Andreotti, il ritorno di De Sica al mestiere d’attore e l’inizio di una nuova fase nella sua carriera di regista.
Guardiamo al passato per educare lo sguardo sul presente e scoprire che quest’inizio di stagione 2024-25 ha portato la consacrazione di un’autrice e due autori che, con radicalità e coerenza, hanno affermato un modo nuovo di raccontare la realtà: Maura Delpero, partendo dal documentario, è arrivata a realizzare due film di finzione tanto personali quanto coraggiosi; Cassigoli e
Kaufman, di cui mostriamo la trilogia girata a Torre Annunziata, sono transitati dal documentario alla fiction, approdando con Vittoria a un risultato così sorprendente da far pensare a una nuova strada del cinema del reale.
Cambiamo occhiali e indossiamo quelli di Wim Wenders che a trentotto anni, nel 1984, ha saputo ritrarre gli Stati Uniti e le inquietudini di una generazione che non avrebbe cambiato il mondo nel suo struggente Paris, Texas. È stato emozionante ascoltare lo scorso giugno la sua presentazione in Piazza Maggiore, sentire la sua commozione nel ricordarci come il cinema è un’arte collettiva
e che Paris, Texas non sarebbe un’opera così irripetibile senza il contributo di Sam Shepard, Ry Cooder, Robbie Muller, Harry Dean Stanton, Nastassja Kinski, Anatole Dauman.
Cambiamo ancora punto di vista e seguiamo una delle protagoniste del fumetto d’autore europeo, Dominique Goblet, ospite d’onore della terza edizione del festival A occhi aperti. Disegnare il contemporaneo, che ha scelto di mostrarci alcuni dei film che più hanno influenzato la sua opera, per scoprire, ancora una volta, come i diversi mondi dell’arte s’incrocino in una relazione vitale, contagiosa e libera.
Incontriamoci al Modernissimo!
Gian Luca Farinelli