Suggestioni storiche al Modernissimo

Giovedì 23 maggio, ultimo appuntamento del mese con Luigi Mascilli Migliorini che ci parlerà di Umanesimo e Rinascimento

Giovedì 23 maggio al Modernissimo ultimo appuntamento del mese con le Suggestioni storiche ideate e curate da Angelo Varni, attorno al tema Nascita di una nazione europea, parole e immagini di una cultura in formazione.

Incontri (e film abbinati) per ripercorrere la storia italiana alla luce del richiamo, decisivo in tempi di drammatiche tensioni e funesti conflitti, a un’identità collettiva che fornisca ragioni forti al nostro essere parte riconoscibile di un’entità più vasta, l’Europa.

Alle ore 18Luigi Mascilli Migliorini (con le letture di Jacopo Trebbi) ci parlerà di Umanesimo e Rinascimento.

Alla lezione di Migliorini è abbinata la proiezione di Non ci resta che piangere di Roberto Benigni e Massimo Troisi, in programma domenica 26 maggio alle ore 10.30.

In autunno, il ciclo riprenderà con i seguenti temi: Illuminismo: senso di decadenza e orgoglio nazionalistico nel secolo dei LumiL’Ottocento risorgimentaleIl Novecento tra guerre e fascismoL’Italia repubblicanaI viaggiatori in Italia.

“In questi tempi di drammatiche tensioni e di funesti conflitti – scrive Angelo Varni –, dove sembrano imporsi la voce lugubre delle armi e il risvegliarsi di antichi odi colpevolmente non sepolti dalla storia, decisivo appare il richiamo ad un’identità collettiva che fornisca ragioni forti al nostro essere parte riconoscibile e storicamente fondata di un’entità più vasta e da comporsi armoniosamente, quale l’Europa. Quell’entità politica economica e sociale cui, peraltro, si sono da sempre richiamati, nei momenti alti del plurisecolare percorso della nostra fisionomia identitaria, quanti intendevano portare ad una omogeneità il persistente frammentarsi delle nostre vicende politico-istituzionali. Il dato indiscutibile, che si vuole ribadire attraverso questo progetto dalle esplicite valenze formative a fronte dell’attuale diffusa perdita di consapevolezza storica, è che la coscienza dell’essere comunità partecipe di un’identica dimensione di aspirazioni, di bisogni, di sensibilità culturale appartiene da sempre a quanti si sono succeduti nei secoli ad abitare lungo quel singolare  Stivale proteso dalla corona delle Alpi verso il Mediterraneo in un dialogo serrato con i territori affacciati su quel mare. Sbagliò, dunque, quel pur lungimirante padre della patria, Massimo D’Azeglio che, a Risorgimento concluso, ebbe a dire che “fatta l’Italia” occorreva “fare gli Italiani”. Questi, al contrario, c’erano già e quel che mancava erano proprio le strutture di un vero Stato unitario in grado di far vivere degnamente e di prosperare in libertà ed uguaglianza di diritti e di doveri i suoi cittadini. Appare, quindi, possibile costruire un plurisecolare nastro di testimonianze offerte da una lunga teoria di scrittori, saggisti romanzieri poeti, che hanno dedicato le loro opere a svolgere questo compito di parlarci di un’Italia del cuore e dell’anima, magari lontana dalla concretezza di uno Stato, ma pur abitante nelle coscienze”.

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