“Il film è il risultato di tutto ciò che nella mia vita e nel cinema rappresenta Diane Keaton”. Autobiografia trasparente, chiamata in causa dello spettatore, disintegrazione romantica, disintegrazione linguistica: Io e Annie produsse un big bang nell’ordito storico della commedia americana, in un certo gusto dei tempi, in un’idea del glamour femminile. Se Annie/Diane è musa e genius loci (il locus, naturalmente, è New York), l’ego del nostro eroe non rinuncia al centro della scena: Alvy/Woody, ebreo, intellettuale, umorista, ipocondriaco, moralista, interroga senza sosta se stesso e il mondo ed elegge la memoria a privilegiato playground. Alvy e Annie si baciano contro lo skyline di Manhattan visto dal Franklin Delano Roosevelt Drive: comincia ufficialmente l’era Woody Allen, everyman senza uguali della commedia cinematografica moderna. (pcris)