Costretto a letto per una malattia, Aleksei pensa alla propria vita, intrecciando il passato con il presente, la realtà con l’immaginazione. Il protagonista-narratore vive una situazione analoga a quella dei genitori: come il padre a suo tempo, ha infatti lasciato la moglie e il figlio adolescente. “Lo specchio è l’opera più disarmatamente autobiografica e ‘di poesia’ di Andrej Tarkovskij, […] nasce dalla malattia e di questa esprime l’onirismo sofferente, l’ossessione visiva e memoriale, la regressione verso l’infanzia. Nel suo viaggio interiore, contrappuntato dalle liriche del padre Arsenij, il regista cerca la madre negli specchi di cui il film è disseminato, per un’angosciosa conferma di identità” (Paolo Vecchi).