Marocco

(Morocco, USA/1930) di Josef von Sternberg (92')
Marocco

(Morocco, USA/1930) di Josef von Sternberg (92')

Morocco è una pietra miliare nella storia della rappresentazione LGBTQ+ nel cinema. Come già in Der blaue Engel, Marlene Dietrich interpreta una cantante che si esibisce in un locale notturno. In una scena chiave indossa smoking e cilindro e canta passeggiando tra i tavoli, flirta brevemente con una donna del pubblico, le solleva il mento e la bacia sulle labbra. È il primo bacio lesbico di un’attrice protagonista in un film di Hollywood. Il regista von Sternberg aveva visto Dietrich vestita da uomo in uno spettacolo di rivista berlinese e aveva trovato particolarmente seducente il suo carisma androgino. Con le sue audaci canzoni lesbiche l’attrice attirava anche le donne. Sternberg orchestrò questo provocatorio momento di voluttà per la prima apparizione hollywoodiana della diva, e la scandalosa idea del bacio probabilmente venne proprio da lei.
In Morocco Dietrich interpreta Amy Jolly, una donna sospesa tra due uomini: il ricco La Bessière (Adolphe Menjou), che vuole sposarla, e il legionario Tom Brown (Gary Cooper). Alla fine Amy sceglie l’amore, con tutto ciò che comporta. Sternberg evoca un’atmosfera di grande passione ed emozione. Il film è tratto dal romanzo Amy Jolly, die Frau aus Marrakesch (Amy Jolly, la donna di Marrakesh) di Benno Vigny, e fu Dietrich a raccomandarlo al suo regista. La vera Amy Jolly, che gestiva un bordello a Marrakesh, tentò in seguito di mettersi in contatto con Marlene, come dimostra uno scambio di lettere conservato tra le carte dell’attrice. Il film venne girato per gran parte in teatro di posa e nell’area di Los Angeles, ma alcune riprese in esterni furono effettuate a Guadalupa.
Il film valse a Dietrich la sua prima nomination all’Oscar e fu candidato in quattro categorie. La stampa lodò in particolare l’intensità del linguaggio visivo e la fotografia di Lee Garmes. L’interpretazione di Dietrich fu celebrata come un evento, al pari della sua straordinaria personalità in bilico tra dominio e sottomissione. La sua recitazione è sempre espressione di sovrana autodeterminazione, arricchita da un tocco di ironia.

Kristina Jaspers

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