Archivio Rissone – De Sica

Giocando con il titolo Tutti i De Sica del volume che Orio Caldiron dedicò all’istrione Vittorio De Sica – attore, cantante, sceneggiatore, regista, in una parola Autore – nel 2013, la Cineteca di Bologna si cimentò con l’impresa impossibile di mettere in scena, in una grande mostra, tutti suoi volti e talenti.
La sfida fu vinta soprattutto grazie a Giuditta Rissone, prima moglie di Vittorio e alla loro figlia Emi.

Un immenso bagaglio di esperienza attoriale e vita vissuta

La grazia contenuta nella lenta ma sicura sedimentazione di carte e foto che ha dato forma a un archivio senza eguali, è cosa che solo un grande amore può fare. E Giuditta Rissone, detta Titta e Emi hanno amato molto Vittorio De Sica che, certamente, per il suo talento di attore e le sue opere cinematografiche, ha lasciato in eredità una memoria di per sé unica; ma l’eccezionalità dell’archivio non si esaurisce qui. L’unione prima artistica e in seguito sentimentale di De Sica con Giuditta Rissone è per il giovane attore in erba, anche l’incontro con un’antica tradizione teatrale italiana e contemporaneamente con le rivoluzionarie concezioni di rappresentazione scenica nate tra fine Ottocento e il primo Novecento. Questa immenso bagaglio di esperienza attoriale e di vita vissuta dietro e davanti le quinte è tutta concentrata nel DNA non solo di Giuditta, ma di tutta la famiglia Rissone.

Emi De Sica ha conservato nel tempo, insieme al marito Sergio Nicolai, a sua volta attore, non solo la memoria delle molte espressioni cinematografiche paterne, ma anche altrettante preziosissime testimonianze di questo incredibile incontro, da cui tutto è cominciato. Di origine astigiana, i Rissone hanno lavorato per le maggiori compagnie teatrali italiane già a partire dalla metà dell’Ottocento. Il nonno di Giuditta, Giovanni, era un attore e suo figlio, Vittorio è stato uno dei più talentuosi ‘trovarobe’ (antica definizione di arredatore) che il teatro italiano abbia avuto; tanto che l’attore e capocomico Ermete Zacconi lo volle nella sua compagnia, insieme a tutta la sua famiglia. Giuditta Rissone muove i primi passi sul palcoscenico della compagnia Zacconi all’età di 7 anni, spesso nella parte di maschietti.
Giovanissima, entra a far parte della Compagnia di Emma Gramatica che le insegna i segreti dell’arte della recitazione. Agli inizi degli anni Venti, ottiene il ruolo di prima attrice giovane nella Compagnia Drammatica Italiana di Dario Niccodemi, la prima a mettere in scena Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello, al teatro Valle di Roma, il 9 maggio 1921; quella sera, sul palcoscenico, nella parte del figlioletto, c’è anche l’ultimo nato della famiglia: Francesco Rissone, detto Checco.
Passando in rassegna le fotografie scattate sul palcoscenico, durante gli spettacoli, gli articoli d’epoca, i copioni e la corrispondenza di autori e attori di quel tempo ormai mitico, con accanto il prezioso libro di Anna Masecchia, Vittorio De Sica, storia di un attore, l’archivio riprende vita e racconta moltissime storie, alcune ancora tutte da scoprire.

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