Il servo

(The Servant, Gran Bretagna/1963) di Joseph Losey (116')

Descrizione

(GB/1963) di Joseph Losey

Soggetto: dal racconto omonimo (1947) di Robin Maugham. Sceneggiatura: Harold Pinter. Fotografia: Douglas Slocombe. Montaggio: Reginald Mills. Scenografia: Richard Macdonald, Ted Clements. Musica: John Dankworth. Interpreti: Dirk Bogarde (Hugo Barrett), Sarah Miles (Vera), Wendy Craig (Susan), James Fox (Tony Mounset), Catherine Lacey (Lady Mounset), Richard Vernon (Lord Mounset), Patrick Magee (il vescovo), Harold Pinter (uomo d’affari). Produzione: Joseph Losey, Norman Priggen per Springbok Productions. Durata: 115’

Restaurato in 4K nel 2021 da StudioCanal presso il laboratorio Silver Salt a partire da un negativo originale

 

Dal romanzo di Robin Maugham, il primo capitolo della collaborazione tra Losey e Harold Pinter. Un duello psicologico servo-padrone allestito con abbondanza di grandangoli e profondità di campo. L’universo della casa-prigione, dove il servo ‘divora’ il suo padrone, è stato paragonato all’‘inferno’ di Sartre. Le persone tendono a schiavizzarsi a vicenda trasformando il prossimo in un oggetto di loro proprietà. L’amore e la sessualità diventano strumenti di potere. L’interpretazione di Bogarde fu la grande svolta della carriera ed è ancora oggi uno dei suoi ruoli più emozionanti e inquietanti.

“Il film parla di un giovane aristocratico che vive ancora nel Diciottesimo secolo e si rifiuta di entrare nel Novecento. Vuole comandare la casa ‘come una madre’ o come una ‘nonna’, e vuole un servo che s’intoni con i ‘vecchi cari oggetti’. Il risultato è che ne assume uno falso e disonesto quanto lui, ma un po’ più realista, quindi più pericoloso. Il servo è un film sullo schiavismo come stile di vita. […] Il film intero porta l’impronta di Pinter. I dialoghi assumono un’importanza che non sempre hanno al cinema, nemmeno quando sono più numerosi. Pinter ha capito l’utilità dei dialoghi usati come effetto sonoro, delle parole che sono insieme musica e poesia e che aiutano ad affermare il ritmo e lo stile del film” (Joseph Losey).

Per conoscere il film