Alla base della Silent Trilogy ideata da Kuosmanen e ambientata nella sua città natale Kokkola c’era l’idea di una performance cinematografica in cui tutti i suoni fossero creati dal vivo mentre il film scorreva sullo schermo. Il primo atto, Romu-Mattila e la donna bellissima (2012), racconta la storia di un vedovo che, dopo aver perso tutto, decide di liberarsi dei suoi beni e di trasferirsi in Svezia. Seguono I distillatori (2017), rilettura ironica a oltre un secolo di distanza del primo film finlandese (realizzato nel 1907 e oggi perduto), e Un lontano pianeta (2023) favola fantascientifica sulla fine del mondo e sugli straordinari tentativi di sopravvivervi. Un’opera unica che fonde poesia, sperimentazione e un divertito e appassionato omaggio alle origini del cinema.
Arrivato alla ribalta internazionale con il poetico road movie artico Scompartimento n° 6, premiato a Cannes e candidato ai Golden Globes, Juho Kuosmanen si è affermato come una delle voci più originali e sensibili del cinema europeo contemporaneo. Dal realismo intimo di The Painting Sellers al bianco e nero di La vera storia di Olli Mäki, che sovverte con ironia i codici del film di boxe, i suoi lavori – sospesi tra malinconia e tenerezza – raccontano personaggi fragili e marginali, con una grazia che richiama le atmosfere del maestro Aki Kaurismäki.
“Juho Kuosmanen ci pare uno dei registi contemporanei più interessanti – dice il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli – capace di realizzare un cinema moderno, che parla di noi oggi, ma che sa usare lingue dimenticate della Settima arte, come in questa trilogia in cui reinventa il cinema muto”.