Un été à la garoupe / Let me come in

Un été à la garoupe

(Francia/2020) di François Lévy-Kuentz (52')

Estate 1937, Man Ray e la sua giovane compagna Ady Fidelin, incontrano un gruppo di amici (e che amici!) all’Hôtel Vaste Horizon, nel villaggio di Mougins in Provenza. Ci sono il poeta Éluard e sua moglie Nusch, Roland Penrose e la sua futura sposa Lee Miller, Picasso e Dora Maar. Man Ray, che vuole sperimentare una nuova pellicola a colori kodachrome, li riprende costruendo piccoli sketch in cui si diverte a far danzare la luce, sfocare le immagini e, ça va sans dire, spogliare le signore. Combinando queste immagini con alcuni estratti di suoi corti, fotografie e provini a contatto, Lévy-Kuentz costruisce un diario di viaggio documentario, ludico e surrealista, che prende il titolo dalla spiaggia di Antibes in cui la bella brigata si recava ogni giorno.

Let me come in

(USA/2011) di Bill Morrison (11')

“Nel 2012 George Willeman, il responsabile dell’archivio nitrati dell’Audio Visual Conservation Center della

Library of Congress mi ha reso nota la presenza di un film particolarmente degradato. Era una bobina di Pawns of Passion (1928), un muto tedesco […]. L’intreccio ruota attorno a una ballerina russa che dopo essere stata separata dal figlioletto nel 1917 si getta nella Senna e viene tratta in salvo da un artista. […]

È una riflessione sull’amore e sulla linea di confine che separa due anime, apparentemente dal baratro della coscienza. Il film ha seguito un destino simile. Lasciato a marcire in un fienile, è rinato a nuova vita grazie al testo e alla musica di David Lang e alla voce di Angel Blue. Ciò che sopravvive sono poche immagini salvate

dallo Stige, tra questa terra e gli inferi” (Bill Morrison).

Repliche passate