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Il libro di David Grann da cui è tratto il film ricostruisce la storia degli omicidi di cui fu vittima nel secolo scorso in Oklahoma la comunità dei nativi Osage. [...] Con
Killers of the Flower Moon Martin Scorsese aggiunge una pagina nerissima alla sua controstoria degli Stati Uniti e si avvicina a un genere da lui amatissimo sebbene mai praticato: definire il film un western sarebbe una forzatura, ma con il genere condivide moltissimi tratti. Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio) ritorna dalla guerra devastato, disperando di riuscire a trovare lavoro. William Hale (Robert De Niro), figura di mediazione fra i bianchi e i nativi, prende il reduce sotto la sua ala protettiva e lo convince a sposare Mollie (Lily Gladstone), giovane Osage, e poco alla volta gli rivela il suo piano: favorire matrimoni misti e poi procedere all’eliminazione delle donne, in modo che i terreni sui quali sorgono i pozzi petroliferi finiscano in mani bianche. Ultimo film di Scorsese al quale ha collaborato il compianto Robbie Robertson, autore della colonna sonora,
Killers of the Flower Moon è un’opera possente. Dirigendo con una fluidità magistrale, quasi essenziale, e lavorando con interpreti sublimi, Scorsese (talmente coinvolto nel progetto da riservarsi un magnifico cameo in uno dei momenti chiave) crea un film che intreccia noir, gangster movie e western come se si trattasse di un’irresistibile sinfonia del male. Nel triangolo fra William Hale, Ernest e Mollie Burkhart riverberano echi da tragedia greca che la catarsi del tradimento non sublima, aggiungendo solo abiezione al dolore. La fotografia di Rodrigo Prieto evita i virtuosismi per restare aderente agli ambienti e solo progressivamente, quando il conflitto si acuisce, scolpisce angoli, ambienti e coni di luce come a volere rendere espressionisticamente, alla maniera di Gabriel Figueroa, un correlato visivo dell’orrore. Il duello fra De Niro e DiCaprio è esemplare per come i due restano nei loro spazi senza cedere alla tentazione di primeggiare. Di fronte alla progressione inarrestabile di Martin Scorsese impallidisce tutto, però: ci si chiede cosa possa ancora ambire a raggiungere il regista se non una personale, inquieta perfezione assolutamente inimmaginabile alla luce dei vertici attuali.
Giona A. Nazzaro
Sono le vittorie e le sconfitte di una nazione a rivelare l’animo umano. E
Killers of the Flower Moon è la storia di varie esistenze che coniugano il bene e il male. Tutto avvenne nell’Oklahoma degli anni Venti quando si scoprì una faglia ricchissima di petrolio e la cupidigia dei proprietari terreni si scatenò. Questo film è una storia di frontiera che, però, dal passato si ricollega al presente e al desiderio di chi vuole il potere e la ricchezza sfruttando qualsiasi cosa o persona.
Martin Scorsese