L’imprevedibilità di un sogno. ‘Luca + Silvana’

Luca e Silvana hanno la sindrome di Down, vivono a Bolzano e da quando si sono conosciuti hanno subito capito che volevano passare la loro vita insieme. Silvana ha avuto altri fidanzati nella sua vita ma Luca è il primo che ha scritto una lettera alla madre di Silvana per presentarsi e chiederle la mano della figlia.
La loro è una storia che inizia dieci anni prima del matrimonio avvenuto a gennaio 2019.
Ma altri dettagli della loro conoscenza non ci vengono forniti in maniera specifica, sappiamo solo quello che ci raccontano Claudia, la mamma di Silvana e le immagini del presente dei futuri sposi. Conosciamo così l’aspetto insistente di Luca, che ogni anno rinnova il suo desiderio di sposare Silvana trovando l’appoggio di Claudia, la quale promette loro che prima o poi riusciranno a coronare il loro sogno. E conosciamo anche il carattere forte di Silvana, che è in grado di rivendicare le sue ragioni quando ce n’è bisogno ma anche di tranquillizzare Luca quando lui, più emotivo, si altera. Con il passare degli anni, il fatto di non riuscire ad ottenere le autorizzazioni delle autorità per sposarsi, oltre alla morte del padre di Luca, che lo vede quindi affidato ai servizi sociali, rallentano le pratiche per arrivare al matrimonio. Questi eventi non scoraggiano però i protagonisti dall’inseguire il loro sogno.
Nel 2016 il regista Stefano Lisci viene contattato da Luca e Silvana per realizzare delle riprese per un breve video che sarebbe servito a dimostrare che la loro relazione e la loro autonomia casalinga fossero reali. Da qui nasce l’idea di realizzare un documentario cercando di integrare l’ingombrante troupe – composta da regista, montatori, direttore della fotografia – con la realtà e gli affetti di Luca e Silvana. Succede spesso, infatti, che facendo un documentario, non vi sia una netta distinzione tra il lavoro e la vita privata. E così dai racconti dei protagonisti si ha l’idea di un’atmosfera di festa durante le riprese, simile a quella di una grande famiglia, tale da riuscire a confondere gli addetti ai lavori con i numerosi invitati al matrimonio. Le parti di messa in scena sono poche; le interviste anche; il regista lascia parlare le immagini e il modo che hanno Luca e Silvana di interagire e di passare il tempo insieme.
Il regista Stefano Lisci, cagliaritano trasferito a Bolzano per frequentare la Zelig, scuola di documentario, è alla sua seconda prova d’artista dopo il documentario Bar Mario. La produzione è tutta altoatesina e fa capo a Cooperativa 19, un’impresa culturale e una casa di produzione audiovisiva con sede a Bolzano. Il processo che ha portato alla realizzazione, dalle riprese, alla campagna di crowdfunding, è durato in tutto tre anni. E così anche la presentazione del documentario ha dovuto superare alcuni ostacoli come la storia che racconta, dato che ha visto rimandare ben due volte la première del film in concorso a Visioni Italiane, nella sezione Visioni Doc.
Silvana e Luca, che il regista non riesce mai a definire “attori”, non ci raccontano niente di straordinario: la loro storia si snoda davanti ai nostri occhi esattamente come davanti agli occhi della famiglia di Silvana e di tutti i loro conoscenti e amici. Siamo tutti spettatori delle loro imprevedibili battaglie e vittorie quotidiane, attraverso le quali, tenendosi per mano, costruiscono la loro storia.

di Claudia Lapenna
Corso di alta formazione per la diffusione della cultura e del patrimonio cinematografico (Rif. PA. 2019-11896/RER/01 approvata con DGR n. 1277/2019 del 29/07/2019)

Leggi gli altri approfondimenti

Scopri altri approfondimenti della ventiseiesima edizione del festival Visioni Italiane

Vai al sito del festival

Scopri tutti i dettagli del festival Visioni italiane