Report 22 novembre 2020 | PREMIAZIONI

Buona la terza. L’edizione 2020 del festival Visioni Italiane è stata portata finalmente al traguardo. Sì, finalmente: mai come in questa occasione si utilizzerà un vocabolo più calzante. Perché in quest’annata infelice anche il fiore all’occhiello degli esordi italiani, che da ventisei edizioni anni calca i palcoscenici della Cineteca di Bologna, ha dovuto subire ampie rivisitazioni, tanto in termini di location quanto in termini di programma. Un’edizione in presenza fissata per marzo, poi rinviata a ottobre e infine approdata online sulla piattaforma MYmovies a novembre. Un cartellone che includeva la ormai consolidata rubrica Visioni Sarde, sostituita in corsa dalla puntualissima Visioni in Lockdown.
Tuttavia, a fronte dei numerosi ostacoli, la sala vuota è stato l’unico vero cruccio di questo “festival che non si doveva fare”, così lo ha definito ironicamente il direttore Gian Luca Farinelli, dall’alto profilo. Da un paio di decenni termometro degli umori del cinema italiano, il cartellone di Visioni Italiane formato virtuale ha convinto per ricchezza e varietà. Un ventaglio di narrazioni e di generi, una gamma assortita di sensibilità e vedute, che ha trovato le giurie concordi nel manifestare il loro entusiasmo.
Un pensiero prima della cerimonia di premiazione è stato rivolto alla regista prematuramente scomparsa Valentina Pedicini, che proprio al festival aveva portato due storie sugli abissi: il documentario Dal Profondo, un appassionato viaggio al centro della terra attraverso gli occhi, il corpo e i pensieri di una minatrice; e il corto Era ieri (il quale è stato d’ispirazione ad Anna di Martino e Massimo Sordella per la creazione del premio Young for Young), sui recessi dell’amore e dell’adolescenza, scoperti così, senza aspettarselo, in un giorno di fine estate.

Leggi gli altri approfondimenti

Scopri altri approfondimenti della ventiseiesima edizione del festival Visioni Italiane

Vai al sito del festival

Scopri tutti i dettagli del festival Visioni italiane