20 anni senza Renzo Renzi


Venerdì 1° novembre al Cinema Modernissimo, i film realizzati dall’intellettuale, scomparso nel 2004, a cui è intitolata la biblioteca della Cineteca.
Tra le cose in programma, il film sull’alluvione del Polesine e la poeticissima “passeggiata” tra i portici di Bologna.

20 anni senza Renzo Renzi: intellettuale, cinefilo, legatissimo da amicizia a Federico Fellini, scompariva il 17 ottobre 2004.
Renzo Renzi fu tra i fondatori della Cineteca di Bologna, che gli ha intitolato la propria biblioteca: e proprio la Cineteca dedica un ricordo speciale a Renzo Renzi, nella giornata di venerdì 1° novembre, con la proiezione, alle ore 13 al Cinema Modernissimo, di alcuni suoi cortometraggi realizzati negli anni Cinquanta: Quando il Po è dolce (1952), Guida per camminare all’ombra (1954), Dove Dio cerca casa (1955), Notti del melodramma (1959).

Quattro film di rara maestria e poesia: nell’aprile del 1952, Renzi sentì l’esigenza di realizzare un progetto sul Delta padano. L’idea era maturata a seguito della drammatica alluvione del 1951 nel Polesine. Renzi portò avanti il progetto discusso con Zavattini e in pochi mesi realizzò Quando il Po è dolce con la collaborazione di Enzo Biagi e Sergio Zavoli. Considerato tra i migliori film di Renzo Renzi, Quando il Po è dolce è un raro documento sul Polesine prima della bonifica. Uno squarcio sull’Italia dell’immediato Dopoguerra. Con queste parole lo ricordava Renzo Renzi: “Lo girammo nel Delta padano con l’intenzione di fare un film che prefigurasse le inchieste che ci sarebbero state di mescolanza fra radio e cinema, mentre la televisione in Italia non c’era ancora (era il 1952). Così illustrammo le condizioni dell’Africa in casa, che era a cinquanta chilometri da Ferrara e avemmo parecchi guai di censura, con una copia che fu perfino trafugata al Festival di Locarno”.

Guida per camminare all’ombra – raccontava sempre Renzo Renzi – voleva spiegare le ragioni per cui Bologna aveva tanti portici: generalmente si diceva che i portici servivano per proteggere dal sole e dalla pioggia e non si davano altre spiegazioni. A noi parve che queste fossero ragioni insufficienti e facemmo misurare i portici dall’ufficio tecnico del Comune e risultò che erano 35 chilometri, dopodiché scoprimmo che il vero motivo era il sovraffollamento di studenti che si verificò intorno al 1200. E agli studenti bisognava offrire alloggio. Un problema moderno… Inoltre, nello stesso periodo, dal contado la legge Paradiso liberava i servi della gleba che si affollavano in città”.

Dove Dio cerca casa, invece, fu commissionato dal Cardinal Lercaro che voleva costruire le chiese di periferia, che allora erano nelle baracche. E lui cominciò a importare a Bologna dei grandi architetti. Le Corbusier fece dei progetti, così Alvar Aalto e lo stesso Kenzo Tange che venne a Bologna proprio sulla scia del Cardinal Lercaro, mentre si sviluppavano i nuovi quartieri che cominciarono ad essere costruiti ad opera del Comune intorno all’inizio degli anni Sessanta”.

Le notti del melodramma ci porterà infine dentro alle riunioni degli appassionati di melodramma a Bologna: “Quella di trovarsi a cantare pezzi d’opera nelle bettole e nelle trattorie è un’antica tradizione bolognese” ricordava Renzo Renzi. “Fin dagli inizi del secolo fiorirono, in locali del centro o della periferia, società popolari costituite da amanti del bel canto, in vena di sfogarsi liberamente, tra un bicchiere di vino e una mangiata di tagliatelle”.

La Cineteca di Bologna conserva anche il Fondo Renzo Renzi, che comprende quasi 1.700 libri di argomento cinematografico, oltre 1.200 volumi sulla storia di Bologna e dell’Emilia-Romagna, migliaia di fotografie relative ai suoi lavori cinematografici, giornalistici ed editoriali. Un carteggio, ordinato per mittente, suddiviso in 1103 fascicoli. Oltre 160 periodici, buona parte dei quali contenenti articoli di Renzi stesso. 80 fascicoli contenenti migliaia di carte: corrispondenza, ritagli stampa, soggetti, sceneggiature, idee e appunti relativi ai progetti, realizzati o meno.

Renzo Renzi (Rubiera – Reggio Emilia, 13 dicembre 1919 – Bologna, 17 ottobre 2004), critico cinematografico, scrittore e organizzatore culturale, comincia a scrivere di cinema già nel 1939, all’epoca dei Cineguf: su “Via Consolare”, fondato nel 1939, e su Architrave, fondato nel 1940, al quale collabora pure Pasolini.
Durante la guerra vive la triste avventura dell’occupazione delle truppe italiane in Grecia e, dopo l’8 settembre 1943, viene tradotto dai tedeschi, attraverso mezza Europa, fino in Polonia, nel campo di concentramento di Benjaminovo, poi in Germania, nel lager di San Bostel e, infine, in quello di Wietzendorf.
Dopo il 1945 collabora con varie riviste specializzate: “Bianco & Nero”, “Sipario”, “Cinema”. L’attività di organizzatore culturale e di critico cinematografico viene affiancata, a partire dal 1950, dalla pratica filmica.
È in quell’anno, infatti, che Renzi, insieme a Enzo Biagi, Luigi Pizzi e Renato Zambonelli, crea la Columbus Film, casa di produzione di cortometraggi, alcuni dei quali verranno diretti dallo stesso Renzi (come Le fidanzate di cartaQuando il Po è dolceGuida per camminare all’ombra).
Nel 1953 fonda, insieme a Guido Aristarco, la rivista “Cinema Nuovo”. Sarà a causa di un soggetto da lui pubblicato nel quarto numero, intitolato L’armata s’agapò e dedicato alle vicende dell’occupazione militare della Grecia da parte delle truppe italiane, che insieme ad Aristarco verrà accusato di “vilipendio delle Forze Armate e dell’arma di cavalleria” e recluso per quaranta giorni nella fortezza di Peschiera.
Nel 1956 Renzi dà vita, presso l’editore Cappelli di Bologna, all’ormai celebratissima collana Dal soggetto al film, tradotta in tutto il mondo. 
Renzi si distingue anche come storico della cultura bolognese e emiliana, sempre pronto alle indagini sui caratteri originali di Bologna e dell’Emilia-Romagna. Fondamentale in tal senso sarà, a partire dal 1975, il suo ruolo di coordinatore editoriale della rivista mensile “Bologna Incontri” di proprietà della Provincia di Bologna.
Fin dal 1962 lavora nella Commissione Cinema del Comune di Bologna ed è tra i fondatori della Cineteca di Bologna.
Composita la sua produzione editoriale: saggi di critica cinematografica; scritti di carattere autobiografico; saggi divulgativi di storia e tradizioni locali.
Renzo Renzi rimane, a tutt’oggi, in Italia, una figura esemplare di critico cinematografico, scrittore, divulgatore e organizzatore culturale. Un fine intellettuale che, restando nella sua città, legato alle istituzioni locali e all’ambiente culturale bolognese e regionale, ha offerto, nell’arco di oltre sessant’anni, un alto contributo al mondo della cultura non solo italiana.

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