

Nuovi corsi anno 2024/2025
Scopri tutti i corsi

Premi Pier Paolo Pasolini 2024
scopri di più

"L'Oscar è bello ma scomodo"
leggi l'approfondimento

Inaugurazione di stagione
scopri di più
Scegli il tuo mondo
programmazione
Cerca
Il regista sarà presente alla Fondazione MAST e in Piazza Maggiore
Il regista Andrew Davis sarà a Bologna per un doppio appuntamento.
Giovedì 17 luglio, alle ore 18.30 alla Fondazione MAST, proiezione del suo documentario Mentors – Tony & Santi; a seguire, Davis incontrerà il pubblico in un dibattito condotto dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli.
Sabato 19 luglio, alle ore 21.45 in Piazza Maggiore, nell’ambito della manifestazione Sotto le stelle del cinema, Andrew Davis introdurrà la proiezione di uno dei suoi film più celebri, Il fuggitivo, realizzato nel 1993 e interpretato da Harrison Ford (la serata è promossa da PizzAltero).
Il documentario Mentors narra la storia della lunga amicizia e del legame professionale tra due leggendari fotografi, Tony Vaccaro e Santi Visalli, che hanno catturato alcune delle fotografie più iconiche del secolo scorso. A partire dagli scatti di Tony, fotografo di guerra sotto il generale Patton durante la Seconda guerra mondiale, e da quelli di Santi che fece il giro del mondo in jeep nel 1957 fino ad arrivare ai ritratti di personaggi famosi e alle copertine di importanti riviste e giornali (“Look”, “Life”, “New York Times”, “Time”, “Newsweek” e “Forbes”). Il documentario ripercorre il viaggio di una vita di due amici e fotografi attraverso migliaia di scatti e di volti: Enzo Ferrari, Pablo Picasso, JFK e Sophia Loren, immortalati da Tony, cinque presidenti degli Stati Uniti, Federico Fellini, Muhammad Ali, Louis Armstrong, Andy Warhol, ritratti da Santi. Una lunga carriera per entrambi che non hanno però mai dimenticato l’importanza della famiglia, degli amici e dell’amore.
Così ha raccontato Il fuggitivo il critico Roger Ebert: “Un thriller teso, serrato, magistralmente confezionato, che diventa qualcosa di più: un’allegoria su un uomo innocente in un mondo pronto a schiacciarlo. Come la serie televisiva cult che lo ha ispirato, il film ha una visione kafkiana del mondo, ma è più ambizioso della serie: con le sue audaci pennellate visive, Davis lo eleva al di sopra delle sue origini da film d’azione conferendogli un carattere quasi operistico.
La storia è il classico gioco del gatto col topo tra un uomo ingiustamente accusato dell’omicidio della moglie e un agente di polizia che lo bracca con astuta ferocia. Un tema tipicamente hitchcockiano. L’uomo in questione è il dottor Richard Kimble (Harrison Ford), un rispettato chirurgo di Chicago, che una sera torna a casa e trova la moglie brutalmente picchiata a morte da un tale con un solo braccio, che fugge dopo una colluttazione. Tutte le prove puntano alla colpevolezza di Kimble che viene condannato a morte, ma riesce a fuggire durante un incidente tra il pullman dei detenuti e un treno. Libero, almeno per il momento, ma isolato in un paesaggio invernale freddo e ostile, tra rocce gelide, acque ghiacciate e alberi spogli, è braccato da una squadra di agenti guidata da un vice maresciallo degli Stati Uniti (Tommy Lee Jones).
Jones è diventato una delle grandi e imponenti presenze dello schermo, spesso scelto per ruoli da cattivo, ma con quell’aria di divertita superiorità che sfiora il disprezzo per gli esseri inferiori.
Ford è ancora una volta il grande uomo qualunque del cinema moderno: tenace, determinato, coraggioso, ma mai esibizionista. Come attore, nulla di ciò che fa sembra solo di facciata e, di fronte a questo materiale melodrammatico, recita in modo misurato, rimane in disparte, si concentra sull’essenziale invece di sfruttare il dramma con inutili e vistosi virtuosismi attoriali.
Davis, il regista, si è fatto le ossa in una serie di film d’azione superiori alla media. Il suo talento era già evidente in uno dei suoi primi lavori, il thriller con Chuck Norris Il codice del silenzio, che resta il miglior film di Norris e uno dei migliori e più suggestivi usi delle location di Chicago. Davis ha continuato a fare buoni film con il thriller Nico con Steven Seagal, The Package con Gene Hackman e lo straordinario Trappola in alto mare. Qui va oltre il genere e dimostra un’abilità nel coniugare azione e arte che merita il paragone con Hitchcock, sì, ma anche con David Lean e Carol Reed.
I thriller sono ormai un genere molto svilito, che spesso si basa su effetti speciali e formule preconfezionate. Il fuggitivo segue gli standard di un’epoca più classica, quando recitazione, caratterizzazione e dialoghi erano concepiti per reggersi da soli, e i personaggi continuavano a evolversi e cambiare fino all’ultima inquadratura”.