L’editoriale di maggio

Il programma di maggio nelle sale della Cineteca

Cinema e lavoro

Il cinema nasce con un film che ritrae gli operai in uscita dalle officine Lumière di Lione, nel quartiere Monplaisir. Tutto sembra già scritto: dei registi/inventori che si chiamano ‘Luce’, un quartiere che si chiama ‘Mio piacere’, un’arte che nasce registrando la conclusione di una giornata di lavoro e che può esistere solo grazie al lavoro collettivo di diversi artisti. Non sono tanti i film che parlano dell’attività che occupa la maggior parte del nostro tempo, il lavoro, ma ce ne sono alcuni straordinari. Abbiamo deciso di celebrare il Primo maggio con un drappello di film a tema, non solo drammi, anche commedie, cominciando da Tempi moderni, l’ultimo film di Charlot, il capolavoro che in una sola sequenza rappresenta l’intero Novecento.
 

Troisi e Cortellesi

A inizio giugno di trent’anni fa se ne andava all’improvviso Massimo Troisi. Ne erano passati appena tredici dal suo folgorante esordio sul grande schermo, che nel giro di pochi mesi ne aveva decretato un successo inatteso, destinato a rafforzarsi film dopo film. Con una comicità umile che giocava su frasi spezzate, frenate e ripetizioni verbali, su una grazia irripetibile, dolente, misurata, sentimentale che per tutti noi si sovrappone alla sua uscita di scena, avvenuta poche ore dopo la fine delle riprese del Postino. A Paola Cortellesi, che condivide con Troisi quell’umiltà autentica, rarissima, che certifica la verità del suo personaggio, dedichiamo un omaggio che attraversa la sua carriera, dal primo film in cui la dirige un autore importante, Carlo Mazzacurati in A cavallo della tigre, fino alla sua prima regia, C’è ancora domani, terremoto nel panorama del cinema italiano, primo film diretto da una donna a vincere il Biglietto d’oro. C’è ancora domani dimostra quanto sia importante attendere, per un’artista, la piena maturazione. Cortellesi è stata un’ottima cantante, una sublime imitatrice, un’attrice di talento. Avrebbe potuto debuttare alla regia dopo i suoi primi successi, ma ha atteso di essere pronta, di avere una storia in cui credeva, di scegliere gli attori giusti, di curare ogni dettaglio e di dedicarsi completamente al suo film. Un esordio in bianco e nero, un’opera che è un’ode alla democrazia, che mette spalle al muro il patriarcato, una tara sociale e culturale che ha devastato la vita di tante, troppe donne.

Al cinema con i Manetti Bros.

I Manetti Bros., calabresi d’origine, romani di nascita, bolognesi d’adozione, ci offrono una selezione di otto film che amano, da vedere assieme in sala. Saranno loro a introdurli tutti e in quattro occasioni fomenteranno un dibattito col pubblico. Un’avventura bellissima, in cui scoprire l’origine della loro passione per il cinema e farsi contagiare da film imperdibili, visti sullo schermo del Modernissimo, rigorosamente in versione originale.

Le rassegne

Al centro del programma di maggio-giugno ci sono tre rassegne, la prima dedicata ad Antonio Vivaldi. La sua opera è stata ed è di nutrimento per registi di epoche ed estrazioni completamente diverse, da Bozzetto a Kurosawa, da Pasolini a Lanthimos, da Melville a Kenneth Anger, a Renoir… Negli stessi giorni in cui programmeremo i film, il Bologna Festival dedicherà al ‘prete rosso’ un programma articolato di concerti e appuntamenti.
Le aule giudiziarie attraggono la fantasia dei cineasti come pochi altri luoghi, tanto da aver definito un genere, il thriller giudiziario, affermatosi nel cinema hollywoodiano con alcuni capolavori come La parola ai giurati, che ci permette anche di ricordare il centenario di Sidney Lumet; un genere che oggi è praticato da tutte le cinematografie, con film potentissimi come Argentina 1984 e Una separazione, affreschi di un’intera nazione. Più recentemente due capolavori, Saint’Omer e Anatomia di una caduta, hanno sottratto il genere al monopolio maschile e hanno ribaltano lo sguardo della macchina da presa.
La terza rassegna, la più cinefila – che proponiamo mentre a Cannes approda l’immenso Megalopolis, preceduto da un’attesa febbrile e che ha già diviso chi lo ha visto in assoluti sostenitori e grandi detrattori – è dedicata alla famiglia Coppola. Perché accanto al capostipite c’è una tribù di cineasti, tutti interessanti: la moglie Eleanor (regista, recentemente scomparsa), il figlio Roman (attore e sceneggiatore), Jason Schwartzman (nipote, anche lui attore e sceneggiatore), Nicolas Cage (altro nipote, attore e produttore) e naturalmente la figlia Sofia, attrice e regista, che omaggiamo con l’incantevole Il giardino delle vergini suicide, nostro film del mese, prodotto dal padre. E chissà che leggendo i titoli di coda dei loro film non scopriremo altri membri di questa infinita tribù!

Serebrennikov e…

Come sempre il cartellone è molto altro ancora: l’omaggio a Kirill Serebrennikov, un cineasta (e un regista teatrale) in piena attività, figura centrale di intellettuale, dissidente perseguitato da Putin, autore di immenso talento; e poi la presentazione del prossimo Cinema Ritrovato, i festeggiamenti per il sessantesimo anniversario del settimo scudetto del Bologna, gli incontri, le anteprime, le lezioni, le presentazioni dei libri… e la conferma che il Modernissimo continua a essere di gran lunga la monosala di maggior successo in Italia. A voi, pubblico prezioso, va il nostro ringraziamento per il vostro determinante sostegno!

Gian Luca Farinelli

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