Gli ultimi mesi della sua vita. A 50 anni dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre 1975, la Cineteca di Bologna – che da oltre 20 anni ospita il Centro Studi Pier Paolo Pasolini – ricostruisce le settimane che hanno preceduto la morte del poeta con la mostra Pasolini. Anatomia di un omicidio, curata da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi, Andrea Speranzoni e allestita, con la scenografia e un’installazione di Giancarlo Basili, dal 30 ottobre all’8 febbraio alla Galleria Modernissimo.
Parallelamente alla mostra, per tutto il mese di novembre, al Maratona Pasolini al Cinema Modernissimo, Una rassegna a cura di Gian Luca Farinelli e Roberto Chiesi in collaborazione con Paolo Luciani (Fuori Orario) e per gentile concessione di Rai Teche.
La mostra alla Galleria Modernissimo
La mostra Pasolini. Anatomia di un omicidio alla Galleria Modernissimo di Bologna racconterà gli ultimi mesi di vita di PPP. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini veniva ucciso all’Idroscalo di Ostia. I notiziari sposeranno subito l’inverosimile tesi fornita da Pino Pelosi, legittimando un resoconto che attribuiva allo scrittore la responsabilità morale del proprio omicidio. Si ricorre al titolo del suo romanzo, Una vita violenta, per tentare di seppellire sotto l’infamia la memoria dell’artista che aveva sempre, meglio di ogni altro, analizzato il degrado della società italiana. Nei decenni successivi, invece, Pasolini è diventato un mito, non solo non è caduto nell’oblio e anzi ha continuato a ispirare artisti di ogni genere e latitudine.
Sono passati cinquant’anni, e se ancora la verità sul delitto non è stata scritta, molto possiamo ancora conoscere di quello che Pasolini ha scritto, detto e fatto negli ultimi mesi della sua vita. Attraverso documenti, articoli, appunti, scatti divenuti leggendari – come il servizio fotografico, oggi custodito dalla Cineteca di Bologna, realizzato da Dino Pedriali nell’ottobre del 1975 tra Sabaudia e la Torre di Chia, che raccoglie gli ultimi ritratti di Pasolini – la mostra ricostruisce la cronistoria delle settimane che precedettero la morte del poeta-regista. Una cesura della storia d’Italia mai davvero ricomposta.
Farinelli: “Una ferita che non è stata rimarginata da una verità processuale”
“Il 2 novembre 1975 – ricorda il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli – avevo dodici anni, ma ricordo esattamente quando, con la mia famiglia, appresi dal telegiornale della morte di Pasolini. Sono certo che tutti quelli che oggi hanno più di sessant’anni ricordano dove si trovavano, l’emozione provata e i pensieri di quel momento. Quell’uccisione, che generò un immediato sentimento di perdita anche per coloro che lo avevano osteggiato in vita, si sarebbe trasformata nel tempo in un doloroso e profondo lutto collettivo, una ferita che non è stata rimarginata da una verità processuale. “È stato ucciso un poeta”, urlò Alberto Moravia all’orazione funebre a Campo de’ Fiori. Pasolini fu, in vita, un proscritto, subì una persecuzione continua e trentatré processi, ma l’unico processo che avrebbe meritato, quello per stabilire chi lo avesse ucciso, si è concluso con una serie di omissioni sconcertanti. Il 7 novembre del 1974 il “Corriere della Sera” pubblicò il celebre Io so, il j’accuse con cui Pasolini denunciò, senza fare alcun nome, l’intera classe politica italiana. La mostra che abbiamo organizzato alla Galleria Modernissimo, Pasolini. Anatomia di un omicidio, non contiene scoop, ma mette in fila i fatti, pedina Pasolini negli ultimi mesi di vita, segue la sua fervente attività politica e artistica e dà conto di alcune certezze: la sua irriverente voce critica dava molto fastidio al potere e interpretava una richiesta di verità che un’ampia parte della società italiana chiedeva a gran voce; la polizia non svolse indagini adeguate e non adempì ai propri doveri; attorno all’omicidio ci fu un addensarsi inquietante di figure iscritte alla loggia massonica P2; i figli delle borgate che Pasolini aveva ritratto, quindici anni prima, nella loro arcaica grazia, nel 1975 erano diventati i protagonisti di una nuova criminalità violenta. Non possiamo dire chi lo uccise, ma possiamo dire come andarono le cose e che attorno agli assassini di Pasolini ci fu una straordinaria rete di protezione e depistaggi, la stessa che per decenni ha impedito di conoscere gli autori delle maggiori stragi italiane. La mostra, gli incontri, la ricchissima rassegna di film e di rari interventi filmati di Pasolini che proponiamo questo mese s’ispirano al maggior insegnamento del poeta bolognese: contribuire a quella presa di coscienza collettiva e civile per cui lottò quotidianamente e coraggiosamente per tutta la sua vita. Rivelandoci quanto la sua analisi sociale, antropologica, politica fosse precisa e drammaticamente profetica”.
La rassegna al Cinema Modernissimo
Già da sabato 1° novembre al Cinema Modernissimo ci sarà la Maratona Pasolini che, dicevamo, ci accompagnerà lungo tutto l’arco del mese. Un programma di proiezioni incentrato su alcuni interventi televisivi che, dagli anni Sessanta al 1975, hanno scandito la sua vita pubblica e che il poeta-regista ha talvolta saputo trasformare in veri e propri film-saggio o in una forma di originale divulgazione culturale, adottando il medium come nessuno ha saputo più fare dopo di lui. Per la prima volta, vengono inoltre presentate sei interviste della Tv francese, inedite in Italia, e un documentario-ritratto realizzato un anno prima della morte, in cui Pasolini parla della sua poetica cinematografica e del progetto di romanzo, Petrolio, che rimarrà incompiuto.
Primo appuntamento sabato 1° novembre, alle ore 17.45, con gli interventi di Marco Antonio Bazzocchi e Gian Luca Farinelli; Andrea Speranzoni e Paolo Mondani presenteranno il volume Che cos’è questo golpe? Pasolini nell’Italia delle stragi e del ricatto politico dello stesso Speranzoni (Castelvecchi, 2025); a seguire, letture di testi di Pasolini da parte di Jacopo Trebbi. Al termine, Cristina Zavalloni canterà testi di Pasolini accompagnata al piano da Daniele Furlati.
Alle ore 20, sempre di sabato 1° novembre, Marco Tullio Giordana presenterà il suo film del 1995 (ora restaurato dalla Cineteca di Bologna) Pasolini, un delitto italiano.
A mezzanotte e un quarto della notte tra sabato 1 e domenica 2 novembre, la proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma, ultimo film di Pasolini, accompagnato dall’incontro con Marco Antonio Bazzocchi, Paolo Desogus e Gian Luca Farinelli.
Il giorno successivo, domenica 2 novembre, alle ore 21, il doc Pasolini. Cronologia di un delitto politico, presentato dal regista Paolo Fiore Angelini e Andrea Speranzoni.
Il programma completo della Maratona Pasolini è sul sito della Cineteca di Bologna al link:
https://cinetecadibologna.it/programmazione/rassegna/maratona-pasolini/.
L’installazione al MAMbo
Dal 28 ottobre al 2 novembre 2025, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici del Comune di Bologna omaggia la memoria di Pier Paolo Pasolini ospitando nella Sala della Ciminiere l’installazione The Setting of Violence dell’artista olandese Rein Jelle Terpstra, un progetto ad accesso libero, sostenuto da Mondriaan Fund e Dommering Fonds, in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna.