Visioni Italiane: martedì 11 novembre

Il festival festeggia i 20 anni della bolognese Mammut Film con il doc di Edoardo Gabbriellini dedicato a Lindsey Kemp. In programma anche l’anteprima del film di Federico Ferrone e Michele ManzoliniI fratelli Segreto. Nel pomeriggio la proclamazione dei nuovi vincitori del Premio Mutti, dedicato ai registi di origine migrante attivi in Italia.

Domani, martedì 11 novembre, seconda giornata della 31ª edizione del festival Visioni Italiane, promosso dalla Cineteca di Bologna e in programma al Modernissimo fino a domenica 16 novembre.

Martedì 11 novembre, alle ore 18, festeggeremo i 20 anni della bolognese Mammut Film, con il doc che Edoardo Gabbriellini ha dedicato nel 2019 a Lindsey Kemp, presentato dallo stesso Gabbriellini e dal team di Mammut Film (Ilaria Malagutti, Francesco Merini, Michele Mellara e Alessandro Rossi). Il film racconta l’ultimo anno di vita di Lindsay Kemp, icona della danza contemporanea. Il suo lavoro è stato capace di andare al di là dei confini della danza, ispirando musicisti come David Bowie e Kate Bush e cineasti come Derek Jarman. Gabbriellini omaggia questa figura e i suoi ultimi momenti, sospesi tra le memorie del passato e i tentativi di mettere in scena il suo spettacolo dedicato a Nosferatu.

A seguire, alle ore 19.30, ci sarà la proclamazione del nuovo vincitore del Premio Mutti, dedicato ai registi di origine migrante attivi in Italia: appuntamento martedì 11 novembre, alle ore 19.30, premiazione dei nuovi vincitori e proiezione del cortometraggio Xing Long di Xin Alessandro Zheng, vincitore del Premio Mutti nel 2022.

Alle ore 20.45, i registi Federico Ferrone e Michele Manzolini presenteranno l’anteprima del loro nuovo film, I fratelli Segreto. Tre fratelli abbandonano le miserie del Cilento di fine Ottocento per tentare la fortuna a Rio de Janeiro: tra notti sfrenate e piccoli crimini, finiranno col diventare i pionieri del cinema brasiliano. “Attraverso un assemblaggio di frammenti d’archivio, vetrini colorati e riprese originali, abbiamo ricostruito la loro sfuggente eredità”, hanno raccontato i registi. “La loro storia diventa una meditazione sulla natura spettrale ed effimera del cinema stesso”.