Prima volta oltreoceano per Andrea Arnold. Un’adolescente in fuga da un contesto familiare disagiato. Un road movie che insegue un sogno americano inafferrabile e “illumina un mondo e un’età, se non un’epoca. Un gruppo di giovanissimi batte il Midwest a bordo di un vecchio furgone carico di musica e di disperata allegria. Sono tatuati, chiassosi, su di giri, disposti a tutto. […] Dai film di Larry Clark o Harmony Korine ai docu di Roberto Minervini, il white trash non è certo una novità. A essere sempre originale però è lo sguardo posato su questi pronipoti sradicati e ignorantissimi dei commessi viaggiatori di tanto teatro e cinema USA, che a forza di girare in tondo diventano quasi parte del paesaggio” (Fabio Ferzetti).