Dead Man

(USA/1995) di Jim Jarmusch (121')
Dead Man

(USA/1995) di Jim Jarmusch (121')

Un salto quantico per il regista indipendente americano Jim Jarmusch – uno splendido e ipnotico western in bianco e nero realizzato nel 1995 e ambientato negli anni Settanta dell’Ottocento. Johnny Depp interpreta William Blake, un contabile di Cleveland che si dirige verso Ovest attirato dalla promessa di un lavoro nella cittadina infernale di Machine, dove scopre che il posto è già stato assegnato. Dopo aver ucciso un uomo (Gabriel Byrne) per legittima difesa e aver riportato una ferita mortale da arma da fuoco, Blake è guidato verso la morte da un nativo americano emarginato di nome Nessuno (Gary Farmer), mentre un terzetto di cacciatori di taglie (Lance Henriksen, Michael Wincott, Eugene Byrd) e vari altri personaggi gli danno la caccia.
Questo sorprendente capolavoro è al tempo stesso un resoconto mistico e intensamente poetico del trapasso; un omaggio complesso e documentato alle culture dei nativi americani; un ritratto inquietante della violenza e dell’avidità capitalista dell’America moderna che rifiuta di indulgere negli alibi stilistici di Hollywood; una rappresentazione teneramente esilarante di un’amicizia che supera le differenze culturali; e un viaggio allucinato attraverso la wilderness americana (reso vivido dalla fotografia di Robby Müller). Il film contiene elementi già presenti nei cinque lungometraggi precedenti di Jarmusch – incontri esistenziali surreali (Permanent Vacation), uno straordinario e musicalissimo senso del ritmo cinematografico (Stranger Than Paradise – Più strano del paradiso), un’intensa sensibilità per il paesaggio naturale (Daunbailò), la commedia degli equivoci culturali (Mystery Train – Martedì notte a Memphis), e un uso minimalista di schemi formali ricorrenti (Taxisti di notte) – ma con questo film Jarmusch crea un nuovo paradigma e diventa un poeta visionario.
Jonathan Rosenbaum, “Chicago Reader”, 29 agosto 1996

Repliche passate