“Lo scheletro in disfacimento di una città ridotta in macerie e polvere dalla guerra non serve a Roberto Rossellini soltanto per disegnare la cornice apocalittica destinata a imprigionare un paese sconfitto. [...] Lo scheletro della città distrutta diventò quello che poi la macchina da presa avrebbe trascritto: la proiezione sullo schermo delle lacerazioni e delle ferite profonde lasciate, nell’animo di una creatura innocente, dalla guerra e dall’ideologia che l’aveva scatenata” (Carlo Lizzani).
Precede lo spettacolo la proiezione del "corto d'archivio" BAMBINI (Maselli, 1952 - 35mm 11’), proveniente dalle collezioni dell'Archivio Pellicole della Cineteca di Bologna.