Il più personale apporto di Paul Newman al new american cinema. Ritratto di una madre deragliata e infelice, un’ex bella della scuola senza più una carta da giocare, sola con due figlie cui rischia di rovinare la vita. Ma come scrisse Roger Ebert, il film è meno deprimente di come sembra, sostenuto da un’idea dell’adolescenza come luogo di vitalità fiduciosa, timida resilienza, mutazioni miracolose. Joanne Woodward fu felice di lasciarsi il ruolo alle spalle, ma abbracciò con competenza e coraggio la sfida che il marito le poneva (e i suoi possibili sottotesti oscuri). Nel ruolo di Matilda, la bambina appassionata di scienze naturali, la vera figlia dei Newman. (pcris)