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Un padre porta la famiglia in un viaggio on the road mentre affronta la fine del suo matrimonio. Tra ricordi e momenti presenti, genitori e figli adolescenti attraversano insieme questa deliziosa vacanza.
Con il film
La famiglia Leroy, al cinema dal 25 settembre con Wanted, il regista e sceneggiatore Florent Bernard firma il suo esordio nel lungometraggio, portando sullo schermo una commedia familiare che affonda le radici nella sua stessa biografia, oscillando tra comicità e malinconia, tra momenti grotteschi e riflessioni intime. Un film che si presenta come un tentativo di decostruzione affettuosa della famiglia nucleare, osservata nel momento della sua disgregazione. Sandrine e Christophe Leroy, i due protagonisti del film, sono sposati da vent’anni e hanno due figli ormai adolescenti, Loreleï e Bastien. Quando Sandrine comunica al marito la decisione di divorziare, Christophe, colto di sorpresa, rifiuta di arrendersi e decide di mettere in atto un’ultima, disperata strategia: un weekend “terapeutico” che ripercorre i luoghi simbolici della loro storia familiare, con l’intento di riaccendere la fiamma e salvare il matrimonio. Il cuore pulsante del film è il tema della comunicazione, o meglio, della sua assenza. I membri della famiglia Leroy non si parlano davvero, ciascuno è rinchiuso nel proprio silenzio, nelle proprie frustrazioni. Christophe, incapace di verbalizzare i suoi sentimenti, si rifugia nei gesti. Sandrine parla, ma nessuno l’ascolta. I figli osservano, ma non sanno a chi rivolgersi. Altro tema centrale è quello della nostalgia: Christophe è l’incarnazione dell’uomo che guarda al passato con occhi idealizzati, rifiutando di accettare la trasformazione dell’amore nel tempo. Il film non condanna né assolve, ma mostra il peso della memoria come elemento che può tanto unire quanto separare. Il burnout amoroso, il senso di fallimento che accompagna la fine di una relazione di lunga durata, l’angoscia del nido vuoto, sono affrontati con delicatezza. La separazione, qui, non è uno spartiacque drammatico ma un processo doloroso e necessario. La famiglia non finisce, semplicemente cambia forma.
Florent Bernard decide per una regia sobria ma efficace, che cerca di distinguersi soprattutto nell’attenzione ai dettagli simbolici […], nell’uso dei luoghi ordinari (autogrill, ristoranti di catena, parcheggi) trasformati in spazi della memoria collettiva e personale. L’estetica del film, curata dal direttore della fotografia Julien Hirsch, prova a regalare momenti di inaspettata poesia anche nei contesti più banali. Dal punto di vista narrativo, Bernard costruisce una commedia di coppia […], un gioco di ruoli mutuato dalla tradizione circense e dal cinema di Francis Veber. Ma è anche una commedia generazionale, un racconto che guarda sia ai genitori che ai figli, in cui ognuno può riconoscersi. Il film
La famiglia Leroy è un’opera fortemente autobiografica. Bernard non si nasconde: il film è un messaggio d’amore verso i propri genitori, una riflessione sulle dinamiche familiari, sulla difficoltà di crescere e di dire “ti voglio bene” senza vergogna. Un film che tenta di colmare proprio quei vuoti che i suoi personaggi non riescono a riempire […]
Redazione Film TV