Guadagnino realizza il sogno, a lungo inseguito, di adattare il romanzo omonimo di William Burroughs. Protagonista è William Lee (un sorprendente Daniel Craig, mai così lontano da 007), americano sulla soglia dei cinquanta che vive un’esistenza solitaria a Città del Messico. L'incontro con il giovane studente Eugene Allerton lo illude di poter stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno. “Ma dopo Chiamami col tuo nome, il cinema del regista ha preso una strada più cupa e sofferta: Bones and All racconta l’impossibilità dell’amore e anche Challengers non è certo ottimista. In Queer l’amore c’è, filmato anche piuttosto esplicitamente, ma non è mai liberatorio, appagante: basta un piccolo per ribadire quel senso di insoddisfazione se non proprio di disillusione che i due amanti non riescono a nascondere […], condannati a una infinita, raggelante freddezza” (Paolo Mereghetti).
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