Suo marito, il padre di suo figlio, è appena morto per un incidente di cantiere, ma Chiara non riesce a piangere, chiusa in un’anestesia che regola le ore prima del funerale e disciplina la percezione dell’assenza. Il lavorìo del lutto è faticoso, silenzioso, intimo e sociale. Il debutto alla regia di Valerio Mastandrea: “Che dovesse esordire nel lungometraggio era nell’aria da tempo... Ma un conto era immaginare in questa nuova veste autoriale uno degli attori più intensi del cinema italiano, altro è assistere al rigore stilistico e all’intensità emotiva di Ride, che supera qualsiasi ragionevole previsione in termini di maturità espressiva” (Antono Giulio Mancino).