A Roma non piove da tre anni. Nella città che muore di sete si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e profittatori, ognuno alla ricerca della propria redenzione. “Film corale e distopico: struttura narrativa ad altissimo rischio, nella quale s’incrociano numerose storie sullo sfondo di una catastrofe incombente. Merce rara, per il cinema italiano. A memoria, se ne possono citare due: Il giudizio universale di Vittorio De Sica e L’ingorgo di Luigi Comencini […]. Il film che in questo 2022 ci dice qualcosa di profondo e inquietante su questa bizzarra Italia nella quale ci è toccato in sorte di vivere” (Alberto Crespi).