Spinta a forza sul viale del tramonto, un’ex star del cinema, icona del fitness tv, prova the substance, un siero che promette una versione migliore di sé (ergo: più giovane e bella). Così Demi Moore dà vita a Margaret Qualley, ma la strada del successo è lastricata di corpi e sangue. Dopo Revenge, Fargeat porta a termine la vendetta. Convoca l’immaginario del body horror (da Cronenberg a Lynch passando per Carrie) ribaltandolo in chiave femminista. L’“horror più prepotentemente politico dell’anno, quando per politica si intende la consistenza estetica” (Pier Maria Bocchi), è sfacciato, estremo, barocco. “Sbilanciandomi verso l’eccesso, voglio sguinzagliare il mio mostro interiore. Da sempre ci dicono di controllarci e darci un contegno. È ora di fare l’opposto” (Fargeat). (aa)