Pietro e Alvise sono i due eredi di una famiglia di pescatori della Giudecca. Si scontrano nel cuore della trasformazione inarrestabile che sta cambiando la vita e l’identità di Venezia e della sua gente. Il primo, nonostante fatiche e solitudini, vorrebbe continuare a pescare moeche; il secondo, invece, cerca di entrare nell’élite del potere immobiliare che governa la città.
“Quest’appassionata e commossa elegia su una mutazione tanto odiosa quanto economicamente e storicamente e sociologicamente fatale, suscita nello spettatore una grande malinconia: per la ‘beltà’ (avrebbe detto Zanzotto) di cui siamo figli e che abbiamo tradito o stiamo finendo, proprio in questi anni, di tradire” (Goffredo Fofi).