dal 9 al 26 ottobre
Carta bianca a Francesco Sossai
Adoro le mappe. Ogni volta che arrivo in una nuova città, la prima cosa che faccio è procurarmi una mappa. Quando vado in una città che ho già visitato, mi porto sempre la sua mappa, prendendola da uno scaffale della libreria di casa dove sono stipati libri, film e –appunto – mappe. L’avvento delle mappe digitali e la possibilità di accedervi facilmente dai dispositivi mobili rappresentano una minaccia costante a questa mia abitudine. Quando cedo alla tentazione di usarli, sistematicamente non riesco a farmi un’idea del luogo nel quale mi trovo. Non imparo i nomi delle strade, delle piazze, dei parchi e dei monumenti. Arrivo solo a destinazione, niente di più. I film che ho scelto per questa Carta bianca rappresentano un po’ delle mappe vecchio stampo, percorsi che permettono ancora di perdersi, di imparare nomi, di incontrare persone nuove, di viaggiare, di andare al bar, di seguire i propri desideri. I film sono in qualche modo sempre delle mappe per non perdersi nel proprio tempo, mappe che i registi e le registe mettono a nostra disposizione per cercare di trovare possibili percorsi alternativi a quelli imposti dall’epoca nella quale ognuno di noi ha avuto in sorte di vivere. Basta non dimenticarli a casa, prenderli dallo scaffale e portarseli dietro ogni volta che si affronta un viaggio nel nostro indefinibile presente.
Francesco Sossai