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“Somai Shinji, molto probabilmente, è l’ultimo grande maestro nella storia del cinema giapponese” (Kiyoshi Kurosawa).
Dopo i percorsi monografici dedicati a Yasujiro Ozu e Wong Kar-wai, Tucker Film riporta nelle sale un altro gigante asiatico. Esploso negli anni Ottanta in un periodo cruciale del cinema giapponese, anticipando di fatto la new wave di Takeshi Kitano, Kiyoshi Kurosawa e Takashi Miike, Somai Shinji ha saputo raccontare come pochi altri i tumulti dell’infanzia e dell’adolescenza che si affaccia al mondo degli adulti, con una cifra stilistica riconoscibile caratterizzata dall’uso del piano sequenza, “una sorta di frattura tra la realtà e le emozioni interiori dei personaggi”. Tre film, due in recenti restauri 4K – il teen-yakuza movie P.P. Rider, Typhoon Club, di cui s’innamorò Bernardo Bertolucci, e il coming-of-age capolavoro Moving, selezionato a Cannes – per riscoprire un autore di culto venerato in patria, maestro dei maestri Hirokazu Kore-eda e Ryusuke Hamaguchi, scomparso troppo presto per affermarsi anche in Occidente.
(Giappone/1983) di Shinji Sōmai (118′)
(Shonben Raida, Giappone/1985) di Shinji Sōmai (115′)
(Shonben Raida, Giappone/1993) di Shinji Sōmai (125′)